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Sabato, 20 Aprile 2024
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Al San Gerardo il primo caso di vaiolo delle scimmie: quanti sono in Lombardia

I numeri

All'ospedale San Gerardo di Monza è stato riscontrato il primo paziente affetto dal monkeypoxvirus, meglio noto come virus responsabile del vaiolo delle scimmie. A darne notizia domenica è stata la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti. Il laboratorio di virologia dell'ospedale San Matteo di Pavia ha diagnosticato due casi di vaiolo delle scimmie. E uno dei due pazienti è un cittadino italiano che nei giorni scorsi era stato visitato nell'ospedale monzese da dove confermano trattarsi del primo e unico caso transitato dalla struttura di paziente affetto dal virus.

"Si tratta di un paziente italiano visitato al San Gerardo di Monza, che è stato dimesso ed è tornato al suo domicilio dove osserva il periodo di quarantena e di un turista straniero alloggiato in un albergo, per il quale per questioni epidemiologiche si è preferito il ricovero presso il Policlinico di Milano. Entrambi i pazienti sono in buone condizioni e vengono seguiti dal personale sanitario" aveva spiegato Moratti.

Quanti sono i casi in Lombardia

Il primo martedì 24 maggio, l'ultimo domenica 29. In meno di una settimana in Lombardia sono stati scoperti sette casi di vaiolo delle scimmie, l'epidemia attualmente presente in Europa e in Italia. Nel weekend due pazienti sono risultati positivi al monkeypoxvirus: sono un italiano visitato al San Gerardo di Monza, che è stato dimesso ed è tornato a casa per la quarantena, e un turista americano che stava alloggiando in hotel ed è stato ricoverato al Policlinico di Milano. Entrambe le persone, stando a quanto comunicato dall'assessorato al welfare del Pirellone, sono seguite da personale sanitario e si trovano in buone condizioni.

Venerdì, invece, al laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano era stato isolato il monkeypoxvirus responsabile dell'epidemia. "Questo rappresenta - aveva spiegato la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti - un importante risultato per la ricerca scientifica in quanto sarà possibile saggiare l'attività di farmaci antivirali e testare la risposta anticorpale dei pazienti che hanno contratto l'infezione e della quota di popolazione vaccinata contro il virus del vaiolo. Una ulteriore testimonianza del valore della ricerca scientifica dei laboratori lombardi", aveva proseguito, rimarcando come quello del Sacco fosse il primo laboratorio capace di isolare il virus. 

"L'Istituto superiore di sanità ha dichiarato che abbiamo già la disponibilità di oltre 5 milioni di dosi" di vaccino antivaiolo, "quindi siamo preparati eventualmente nel procedere qualora ve ne fosse la necessità", le aveva fatto eco il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

Cos'è il vaiolo delle scimmie

"Il vaiolo delle scimmie è una 'zoonosi silvestre' che può comportare infezioni umane accidentali, che di solito si verificano sporadicamente nelle parti boscose dell'Africa centrale e occidentale. È causato dal virus del vaiolo delle scimmie che appartiene alla famiglia degli orthopoxvirus. - aveva informato la dg Welfare lombarda in una nota -. Può essere trasmesso per contatto e per esposizione alle goccioline. Il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni".

La malattia è spesso autolimitante con sintomi, aveva specificato Palazzo Lombardia, "che di solito si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni. I sintomi possono essere lievi o gravi e le lesioni possono essere molto pruriginose o dolorose". "Il serbatoio animale del virus rimane sconosciuto, anche se è probabile che sia tra i roditori. Fattori di rischio noti sono il contatto con animali vivi e morti e la caccia e il consumo di selvaggina. Storicamente, la vaccinazione contro il vaiolo - hanno concluso dalla regione - ha dimostrato di essere protettiva contro il vaiolo delle scimmie". 

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