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Nel weekend in arrivo a Monza un pullman con 60 profughi ucraini (tra cui 8 bimbi malati)

La macchina organizzativa dell'avvocato Agostino D'Antuoni

L'avvocato Agostino D'Antuoni alla fine ce l'ha fatta. E nel fine settimana porterà a Monza il secondo pullman con 60 profughi provenienti dall'Ucraina. Donne con minori al seguito, di cui 8 con problemi di salute ma che non necessitano cure ospedaliere.

L'avvocato monzese che già due settimane fa - grazie a una capillare rete con collaborazione tra enti, cittadini, associazioni e contatti diretti e fidati in Ucraina - era riuscito a portare a Monza 60 profughi, adesso ripete l'iniziativa. "Purtroppo con il passare dei giorni la situazione in Ucraina è peggiorata - spiega -. Raggiungere il Paese e mettere in salvo le persone è difficile. Soprattutto far arrivare le persone al confine. I ponti umanitari vengono bombardati, bisogna cambiare percorso di volta in volta, e poi si incappa anche nei problemi burocratici alla frontiera". 

Ma D'Antuoni non è uno che si ferma. In queste due settimane ha messo in piedi una straordinaria rete di famiglie che hanno aderito ai progetti di accoglienza, oltre a tanti volontari che, non potendo accogliere, stanno raccogliendo beni di prima necessità (cibo, medicine, vestiti) che in parte vengono inviati in Ucraina, e in parte vengono destinate alle famiglie che a Monza e in Brianza aprono gratuitamente le porte delle loro case a chi scappa dalla guerra. 

"Tra Monza e Brianza ci sono già le famiglie pronte ad accogliere i nuovi arrivati, ma anche a dare il cambio a chi non può ospitare per un periodo prolungato i profughi - spiega -. Il pullman partirà domani (giovedì 24 marzo, ndr) da Cesano Maderno. Lì ho conosciuto un imprenditore illuminato e generoso che si è subito messo a disposizione. Partirà lui direttamente con altri autisti. Destinazione il confine con la Polonia dove prenderanno in carico i profughi e li porteranno a Monza". 

In queste settimane la vita dell'avvocato monzese è uno tsunami di contatti e di emozioni. Filo diretto con l'Ucraina, in particolare con alcuni ospedali e orfanotrofi dai quali arrivano notizie sempre più preoccupanti. "Lo ripeto, non possiamo più perdere tempo - aggiunge -. Non solo ci sono ospedali bombardati, ma adesso inizia a scarseggiare anche il cibo. Dobbiamo fare in fretta e mettere in salvo più bambini e donne possibili. Gli uomini non li fanno espatriare". 

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