Quale futuro per Alessandro, il ragazzo autistico che i genitori chiedevano di bocciare?
La mamma Melissa racconta un'estate carica di ansia e un settembre che, per adesso, comprende solo piccole attività
Mentre i suoi ex compagni di scuola si preparano per l’avventura universitaria, oppure sono alla ricerca di un posto di lavoro, per Alessandro per adesso c’è il vuoto. C’è l’incertezza di un futuro sociale e lavorativo, manca una progettualità che lo proietti nel mondo degli adulti.
Mamma Melissa e papà Matteo lo avevano previsto, ed è per questo motivo che all’inizio dell’anno avevano chiesto alla scuola che Alessandro frequentava (un istituto superiore della Brianza) di non ammetterlo agli esami di maturità. Una vicenda portata alla ribalta delle cronache da MonzaToday e poi diventato un fatto nazionale con l’intervento della politica.
"Ecco perchè avevamo chiesto di bocciarlo"
I genitori avevano chiesto di non ammettere Alessandro alla maturità così avrebbe avuto la possibilità di attuare quel progetto ponte fondamentale per il suo passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro. Un progetto che, a causa dell’emergenza covid, non era stato possibile concretizzare.
Alessandro l’esame di maturità l’ha sostenuto e l’ha superato e oggi, dopo un’estate particolarmente difficile, aspetta di sapere quale sarà il suo futuro.
"Un'estate carica di ansia"
“Per noi e per Alessandro non è stata una bella estate - spiega la mamma -. Alessandro l’ha trascorsa assorto nei suoi pensieri e anche quei piccoli inconvenienti che sono successi per lui sono diventate tragedie. Situazioni che, in una persona già caricata dall’ansia e dall’incertezza del futuro, sono ostacoli insormontabili”.
Ritornato dalle vacanze non ha voglia neppure di intraprendere quelle attività sportive che prima lo appassionavano. "È pervaso da un sentimento di insicurezza - prosegue la mamma -. Alessandro sa quello che è successo, sa che a settembre non ritornerà a scuola dai suoi compagni. Sa che sostenere un esame significa incominciare un nuovo progetto, proprio come era accaduto in terza media. Ma sa anche che per adesso i progetti non ci sono. Trascorriamo le giornate insieme; in questo momento sono il suo porto sicuro”.
"Ad Alessandro servono formazione e socialità"
I genitori di Alessandro, però, non sono rimasti con le mani in mano e dopo il grande clamore mediatico hanno sensibilizzato enti e istituzioni per intervenire rapidamente con progetti concreti di formazione e inserimento lavorativo per i ragazzi autistici.
“Una battaglia che non riguarda solo Alessandro, ma tutte le persone autistiche che, raggiunta la maggiore età, ad oggi non hanno prospettive di inserimento lavorativo - aggiunge -. La socialità è fondamentale, non solo però con le persone autistiche”.
Nel frattempo i genitori hanno individuato due progetti per ‘organizzargli’ qualche giorno della settimana fuori dalle mura domestiche, iniziando a pensare al suo futuro. Lavorativo e sociale.
Ecco che cosa farà a settembre
“Andrà nella sua vecchia scuola e sarà impegnato come uditore in un progetto di catalogazione delle opere d’arte - prosegue Melissa -. E a Carate presso la scuola In-Presa in un altro progetto lavorativo. Ma non avendo potuto fare un progetto ponte sarà senza dubbio molto più impegnativo per Alessandro”.
Melissa sa che, purtroppo, non sono gli unici a vivere queste difficoltà. “Più che il covid è stato il post covid a creare seri disagi ai nostri ragazzi - continua -. Durante la pandemia, chiusi in casa senza stimoli. Tutto questo logicamente ha aumentato la loro ansia. Ansia che, in alcuni giovani, viene espressa anche con violenza e forza. Adesso, caricati di queste emozioni che non sono riusciti ad esternare, vengono nuovamente catapultati in un universo di stimoli che, però, non sono pronti ad affrontare”.
"Lottiamo per il futuro dei nostri ragazzi"
Melissa ribadisce l’importanza di fornire un futuro ai loro ragazzi. “La nostra preoccupazione e la nostra battaglia sta proprio nel garantire ai nostri ragazzi un futuro di autonomia formativa e lavorativa - conclude -. E soprattutto la possibilità di mantenere sempre vivo il rapporto sociale. Quella socialità di cui purtroppo la pandemia ci ha privati”.