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Va in pensione e scrive al suo datore di lavoro: "Grazie per avermi offerto un lavoro carico di emozioni"

Una lettera bellissima e intensa quella inviata a Giovanni Verga, fondatore del Comitato Maria Letizia Verga

Di solito quando una persona va in pensione è l'azienda che la ringrazia per il suo servizio, il suo impegno, la sua dedizione. E chi ha raggiunto l'agognata soglia del pensionamento tira un sospiro di sollievo felice per il traguardo raggiunto. 

Ma è più raro che quell'ormai ex dipendente prenda carta e penna per ringraziare il datore di lavoro che lo ha accolto nel suo team. Ma soprattutto per ringraziarlo di avergli dato la possibilità di svolgere un lavoro che gli ha trasmesso immense emozioni e che gli ha permesso di imparare a vedere la vita con occhi diversi. Come invece ha fatto Andreina, storica dipendente del Comitato Maria Letizia Verga che a distanza di qualche mese dal suo pensionamento ha scritto una lettera a Giovanni Verga, il suo "datore" di lavoro, il fondatore di quell'associazione che da oltre 40 anni è al fianco dei bambini malati di tumore che si rivolgono all'ospedale monzese. Oltre che ai loro genitori. 

La lettera, pubblicata sulla pagina Facebook del Comitato, è prima di tutto un immenso grazie per la possibilità che Andreina ha avuto di lavorare nel team. "Grazie alla sua generosità, operosità e profonda umanità, ho potuto conoscere, vivere, partecipare a questa realtà umana toccante, dove il dolore si alterna alla gioia, la paura alla speranza, la lotta alla resa - scrive Andreina nella lettera indirizzata a Giovanni Verga -. Ma ho anche compreso che la resa rende forte, il riconoscere il dolore e stare con esso conduce ad aprirsi al mondo degli altri, a condividere il proprio ed altrui dolore finché esso diventa azione che apre le porte a speranze, a costruzioni di mattoni di amore, compassione e profonda partecipazione. Ciò che lei ha costruito concretamente è impregnato di questo amore. Amore che crea amore, passione, forza per la vita di tutti i piccoli malati che passano al Centro Maria Letizia Verga, dove trovano un luogo del cuore grazie ai tanti collaboratori che si dedicano a loro e ai loro sogni". 

Un lavoro non certo facile quello svolto da Andreina. Tantissimi i volti e le storie di bambini e di ragazzi che con le loro famiglie hanno combattuto dal letto dell'ospedale San Gerardo prima e della Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma, per la vita. Storie a lieto fine di bambini che sono guariti, ma anche storie cariche di dolore di piccoli che non ce l'hanno fatta. "Questa realtà ha inciso nella mia vita personale - prosegue la ex dipendente - quanto il trovare un luogo di lavoro che si confacesse alla mia ricerca profonda di sentirmi utile in ambiti dove si trovano i più fragili, dove c’è bisogno di sostenere concretamente chi si prodiga per i fragili, quanto tutto questo mi abbia fatto comprendere la relatività della nostra umana vita, e la bellezza che questa vita ci riserva, la forza e la resilienza inaspettate che possono scaturire da ognuno di noi quando tutto sembra crollare".

Un lavoro che è stato prima di tutto maestro di vita, che le ha trasmesso tante emozioni e soprattutto insegnamenti che, certamente, le torneranno in mente anche adesso che non siederà più alla sua scrivania. "E’ di questo piccolo grande universo di umanità che sono grata e sarò grata nei tempi a venire, affinché mi sia di esempio nei momenti di sconforto e sofferenza, ma anche di passione, di entusiasmo e gioia della mia prossima vita - conclude -. Un grazie immenso a lei signor Verga, e a tutti i suoi collaboratori, alle colleghe del Comitato, a chi promuove con autenticità il Centro Maria Letizia Verga, affinché continui ad essere un centro di eccellenza per la scienza medica, ma soprattutto per la scienza del cuore, la più umana delle scienze". 

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