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Martedì, 16 Aprile 2024
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“Avevo l’endometriosi, ma pensavano fossi pazza e mi volevano internare”: la storia di Paola approda sui social

Paola, 25 anni, ha deciso di uscire dal silenzio e ha aperto una pagina Instagram per condividere la malattia con tante altre ragazze e donne che ne soffrono

“I dolori erano pazzeschi: non riuscivo neppure ad alzarmi dal letto. In quei giorni sdraiata e dilaniata da fitte lancinanti. Ho dovuto abbandonare lo sport, a scuola era una tragedia. C’è stato un anno che sono stata più a casa che in classe. I medici mi dicevano che era tutta una questione mentale. Ho persino affrontato una cura sperimentale con psicofarmaci per 'dimenticare' il dolore. Adesso basta: l’endometriosi mi ha distrutta. Invito le altre ragazze a prendersi cura del proprio corpo, e a capire che quei dolori non sono frutto della loro mente come tanti medici ci dicono, ma derivano da una malattia”.

Su Instragram arriva endometriosi.dovevado

Così inizia l’intervista con Paola, monzese, 25 anni, mamma di due bambini piccoli, malata di endometriosi. Paola ha deciso di aprire una pagina Instagram  - endometriosi.dovevado - per condividere questa malattia seriamente invalidante con altre donne. Scambiarsi idee, opinioni, consigli, o semplicemente cercare condivisione e ascolto in quei momenti che la malattia mette il corpo al tappeto. Una scelta difficile e sofferta, che arriva alla vigilia di una serie di importanti interventi chirurgici ai quali Paola dovrà sottoporsi. L’endometriosi ha seriamente dilaniato il suo corpo. “Le mie gambe si paralizzano quando devo andare in bagno - racconta -. Dovrò sottopormi anche a un intervento molto invasivo a causa del prolasso della vescica”.

"Io stavo male, i medici pensavano fossi pazza"

I problemi sono arrivati con il primo ciclo, ma la situazione è peggiorata negli ultimi dieci anni. Ma la diagnosi è arrivata solo quattro anni fa. “In quei giorni è un dramma - continua -. Non solo dolori lancinanti che non mi permettevano di alzarmi dal letto. Ma anche forti scariche di diarrea o seri problemi di stitichezza. Mi sono sottoposta a tanti esami, visite ginecologiche e ad un certo punto, quando ero ancora una ragazzina, in un ospedale della Brianza mi volevano ricoverare in neuropsichiatria pensando che i miei dolori fossero esclusivamente legati alla mia mente. Quando sentivo le dita dei piedi che si immobilizzavano i dottori dicevano che erano i geloni, anche in piena estate. E quei lividi che mi ritrovavo sulle gambe dicevano che me li procuravo da sola. È stato un incubo: per fortuna mio papà si è opposto al ricovero in neuropsichiatria infantile. Perché a distanza di anni si è capito che erano effetti dell’endometriosi”.

Una malattia che colpisce tantissime donne

Paola aveva un grande sogno: diventare mamma. Ma la sua malattia diventava un ostacolo. “Alla fine ce l’ho fatta - prosegue -. Ho due meravigliosi bambini, ma durante quelle due gravidanze ho messo da parte la cura del mio corpo e dopo la nascita del secondo figlio l’endometriosi è esplosa in modo devastante”. Negli ultimi mesi la situazione è degenerata. Corse nei pochi centri specialistici presenti in Italia. “In Veneto c’erano liste d’attesa troppo lunghe - prosegue -. In pochi anni quel centro d’eccellenza dove sono stata seguita ha visto un aumento vertiginoso di donne e ragazze con l’endometriosi”. Paola quindi si rivolge a un Centro a Roma. “Dovrò sottopormi sicuramente a tre interventi”, annuncia. È a quel punto che ha deciso di aprire una pagina Instagram. “Della mia malattia non ho mai parlato con gli amici - prosegue -. Ma adesso mi sono stancata: anche sui social leggo tante notizie inesatte. A rimetterci sono le donne: le ragazze che come me da anni convivono con questa malattia”.

"Genitori e insegnanti non abbandonateci"

L’invito alle ragazze a non ignorare, a non far finta di nulla, ma fin da subito a farsi seguire da specialisti in una malattia che nulla ha a che fare con la mente. “Non siamo pazze, siamo malate di endometriosi - conclude -. Un invito anche ai genitori, ai familiari e agli insegnanti: state attenti ai messaggi e ai segnali che le ragazze vi inviano. Non sottovalutatele e non chiudete gli occhi”.

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