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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il testamento di Nicolò Cafagna: "Non giudicate chi chiede l'eutanasia, ma immedesimatevi in lui"

L'ultima intervista del giornalista e blogger disabile divulgata oggi dai familiari

Poco prima di morire lo scorso 3 agosto, Nicolò Cafagna aveva affidato all’agenzia di stampa Agi le sue ultime riflessioni sul tema, a lui tanto caro, del suicidio assistito.

E quelle riflessioni sono diventate il testamento del giovane giornalista e blogger monzese affetto fin dalla nascita dalla distrofia di Duchenne che ha fatto, della sua penna e della sua ironia, il mezzo per parlare e far parlare di disabilità e (anche) di eutanasia. Un testamento che la sorella Federica e i genitori di Nicolò hanno reso pubblico e che intendono portare avanti.

Nicolò è morto all’età di 38 anni all’ospedale San Gerardo in seguito agli esiti di quella “francesina” - come lui stesso definiva la sua malattia - che ormai da tempo lo aveva ridotto a letto attaccato a un respiratore. Il corpo di un centenario, ma lo spirito e la vivacità mentale di un ventenne: queste le caratteristiche del blogger che, prima di morire, ha voluto dire la sua in merito alla vicenda di Massimo, un uomo di 43 anni rimasto paralizzato a causa di un incidente, e che chiedeva la possibilità, anche in Italia, del suicidio assistito per porre fine a quella che, ormai, lui non considerava più una vita.

“Bisogna riconoscere a Mario e alle altre 700 persone nelle sue condizioni quello che è un diritto negato - riferiva il blogger e giornalista brianzolo all’Agi poco prima di morire - perché in mancanza di leggi licenziate dal Parlamento fanno giurisprudenza le sentenze della Corte Costituzionale secondo la quale il suicidio assistito è affidato alle strutture pubbliche del sistema sanitario nazionale".

Sul tema dell’eutanasia spesso Nicolò parlava e si confrontava. A Monza, alcuni anni fa, era intervenuto a un incontro organizzato sul tema da Paolo Piffer della lista Civicamente (con la quale Nicolò si era presentato alle amministrative monzesi del 2017) confrontandosi con Marco Cappato. E lo stesso Cappato firmerà poi la prefazione del suo libro “Storie a rotelle senza freni” che scritto durante il lockdown, e pubblicato pochi mesi fa è già in ristampa.

"E' la decisione più importante e difficile della vita"

“Invito tutti a prendere coscienza della situazione dei tanti Mario - raccontava nella sua ultima intervista - si parla di persone che hanno preso la decisione più tosta e sofferta della loro vita, che da lì a poco non vedranno più le persone care, passano le giornate in compagnia del dolore e a tutto questo devono aggiungere lo stress di dover fare i contri con un Tribunale a una Asl che devono pronunciare sul loro caso. Questo non significa certo una ‘dolce morte. Perché così tante persone vogliono farlo allora? Perché è meno stressante e gravoso vivere la morte sapendo di poter recarsi in Svizzera, nonostante le difficoltà legate al viaggio e ai problemi a cui si può andare incontro rimanendo in Italia”.

Vivere attaccato a un ventilatore non era facile: una sorta di dottor Jeckill e Mister Hyde che ha permesso a Nicolò Cafagna di continuare a vivere. Un rapporto non sempre facile con quel rumoroso marchingegno che, al tempo stesso, gli ha permesso di realizzare tanti desideri.

"Siate liberi, ma non giudicate"

Ma sul tema dell’eutanasia il blogger invitava alla riflessione, senza giudizio, provando per qualche minuto a immedesimarsi in colui (o in colei) che lo richiedono.

 “Voglio che ci sia libertà per tutti - concludeva -. C’è chi dice: io mai. Il punto però è che una condizione così bisogna viverla prima di esprimersi, per questo anche nel mio libro invito a non giudicare, semmai a immedesimarsi con chi prende una decisione. Per quel che mi riguarda, nella situazione dell'accanimento terapeutico propenderei per passare nell’aldilà, ma, ripeto, è una decisione che si prende al momento. Per me la vita è tale finché è dignitosa, oltre quel confine viene a mancare il senso stesso della vita”. 

I familiari: "Porteremo avanti la sua battaglia"

Un testamento che i genitori e l’amatissima sorella Federica, che negli ultimi tempi si era trasformata nella voce di Nicolò, intendono portare avanti. Sostenuti anche dal conforto e dall'affetto dei tantissimi che hanno conosciuto personalmente (o virtualmente) il loro ragazzo.

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