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Martedì, 19 Marzo 2024
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Nel ricordo di Raffaella Trabattoni nasce in Brianza un centro per la ricerca sul tumore al seno

La sede operativa sorge all'ospedale San Gerardo di Monza

Raffaella ha combattuto contro il tumore al seno per sette anni. Una guerriera che ha affrontato la malattia con forza, tenacia e speranza fino a quando, però, il male ha avuto il sopravvento su di lei.

Oggi il marito e i familiari hanno deciso di ricordarla facendo "germogliare" la speranza nella ricerca e nella cura, affinché contro quel male che ha portato via Raffaella si possa presto trovare una cura.

Nasce all'ospedale San Gerardo di Monza la sede operativa del Centro Studi sul tumore mammario Raffaella Trabattoni istituito e formalmente afferente  il Consorzio A&Q. L’atto di donazione prevedeva infatti che il fondo venisse utilizzato per realizzare studi preclinici, ma con ricadute cliniche sulle pazienti.

Raffaella era una brianzola: una delle 2.500 donne che nella provincia di Monza e Brianza ogni anno si ammalano di tumore alla mammella. Una cifra che in Italia raggiunge quota 53mila. Raffaella ha percorso con tenacia e coraggio il percorso della malattia, seguita per sette anni all'ospedale San Gerardo di Monza cercando costantemente con gli specialisti che l'hanno seguita un equilibrio tra le cure e la qualità della sua vita, costantemente sostenuta dal marito.

"Oggi Raffaella non c’è più, ma grazie alla loro generosità abbiamo costituito a Monza il Centro Studi sul tumore mammario Raffaella Trabattoni - spiega la professoressa Marina Cazzaniga, oncologa e direttore del Centro Ricerca Fase 1 dell'Asst Monza e ricercatrice  del Dipartimento di Medicina e Chirurgia all'Università Milano Biocca -. Per proseguire le nostre ricerche sulla terapia metronomica, che anche Raffaella aveva utilizzato con successo, ma spaziando anche ad altri studi preclinici, in collaborazione con il laboratorio di medicina molecolare dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca”. 

La ricerca ha fatto senza dubbio passi in avanti. “Anche le forme biologicamente più favorevoli, quelle che esprimono i recettori ormonali, possono dare metastasi, più frequentemente alle ossa e al polmone -  prosegue la professoressa Cazzaniga -. Oggi abbiamo tanti farmaci e molti protocolli di ricerca che possono rallentare l’evoluzione della malattia, anche a Monza: l’istituzione nel 2017 del Centro di Ricerca ci ha permesso di poter offrire alle nostre pazienti oncologiche ma non solo, farmaci innovativi che altrimenti avrebbero avuto solo spostandosi in altri Centri”.

I familiari di Raffaella hanno deciso, con la creazione del Centro studi a lei intitolato, di sostenere la ricerca. “Grazie al Centro Studi Raffaella Trabattoni, con Nicoletta Cordani e Maria Grazia Cerrito, colleghe dell’Università Milano-Bicocca, stiamo lavorando su due progetti molto importanti per noi e per le nostre pazienti - conclude la nota oncologa monzese -. Il primo riguarda lo studio dei meccanismi di resistenza agli inibitori CDK 4/6, che oggi sono la terapia standard per le pazienti con tumori che esprimono i recettori ormonali, come la malattia di Raffaella; il secondo è uno studio di frontiera, in collaborazione con l’Istituto Besta e con il gruppo del prof. Augusto Pessina dell’Università degli Studi di Milano: è una ricerca che riguarda l’impiego delle cellule mesenchimali per veicolare il farmaco chemioterapico, con il duplice scopo di mirare il tumore come un bersaglio e rilasciare a questo livello il farmaco. Abbiamo sempre lavorato sulla medicina di precisione, massimo effetto sul tumore, pochi effetti sulla qualità della vita dei pazienti; la chemioterapia metronomica e le nuove ricerche sulle cellule staminali potrebbero cambiare parte della storia di malattia di altre donne come lei. Raffaella ancora una volta non ha ceduto il passo alla sua malattia, oggi la combatte solo con armi diverse”.

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