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Giovedì, 28 Marzo 2024
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A metà ottobre i "più fragili", a metà novembre i bimbi: ecco il piano lombardo per i vaccini

L'assessore Giulio Gallera presenta il piano per le vaccinazioni anti influenzali. I dettagli

Vaccini anti influenzali, la Lombardia è pronta. A giurarlo, a metterlo nero su bianco dopo le polemiche dei giorni scorsi, è stato l'assessore al welfare regionale, Giulio Gallera, che mercoledì sera - presentando un accordo di collaborazione tra il Pirellone e i pediatri - ha stilato una sorta di crono programma per la partenza della campagna vaccinale. 

"Le Ats lombarde - ha fatto sapere Gallera - stanno elaborando insieme ai pediatri che garantiscono la massima collaborazione, un piano organizzativo per la vaccinazione antinfluenzale dei bambini con età compresa fra i sei mesi e i sei anni, che sarà avviato da metà novembre". Regione Lombardia - si legge in una nota - provvederà a sostenere le spese organizzative sostenute dai professionisti in occasione della campagna antinfluenzale riconoscendo 6 euro per ogni prestazione vaccinale. 

Il richiamo dei medici: "Le dosi non bastano"

E ancora, sempre in una comunicato: "In relazione ad alcune notizie emerse oggi, Regione Lombardia chiarisce che la campagna antinfluenzale 2020/2021 partirà la seconda metà di ottobre. I vaccini acquistati sono sufficienti per garantire la copertura delle categorie previste dalle indicazioni nazionali. Si partirà, rispettando l'ordine di priorità con le persone fragili con più patologie definite dal Ministero della Salute, gli Over 60, il personale sanitario, le donne gravide e i bambini fino a 6 anni".

Da regione, che con il nuovo accordo coi pediatri cercherà anche di facilitare la "gestione della sintomatologia degli studenti" potenzialmente affetti da covid, hanno quindi assicurato che tutto procede secondo i piani. 

Le polemiche sui ritardi

Nei giorni scorsi era stato il partito democratico lombardo a imputare al presidente Attilio Fontana e soci una mala gestione della situazione vaccini - quando mai necessari in piena emergenza covid -, puntando il dito contro ritardi e spese eccessive. "Purtroppo le nostre preoccupazioni, insieme a quelle dei consiglieri del Gruppo Pd Lombardia che hanno più volte sollevato la questione, non erano infondate. La Lombardia, la regione che ha pagato le conseguenze più drammatiche del Covid, oggi si ritrova ad affrontare la stagione autunnale e quella invernale totalmente impreparata", avevano denunciato i Dem in una nota.

"Questo accade perché non c'è limite all'inefficienza di questa giunta, che si è trovata costretta a pagare il doppio - 15 milioni di euro - per rimediare delle dosi per il vaccino antinfluenzale, strumento estremamente necessario per i mesi che ci attendono. Ma la cosa più assurda - avevano messo nero su bianco dal Pd - è che comunque queste dosi non basteranno per tutte e tutti i lombardi". 

"E così, mentre in regioni come l'Emilia-Romagna in cui il vaccino sarà attivo dal 12 ottobre, gratuito per tutti gli over 60 e in linea con le indicazioni nazionali, noi arriviamo - ancora una volta - in ritardo. Questo - avevano concluso - il famigerato modello Lombardia".

Lo scontro sui vaccini

E non era la prima volta che maggioranza e opposizione si scontravano sul tema. Ancora i dem avevano denunciato che la regione aveva raccolto finora disponibilità di 1,720 milioni di dosi per gli adulti a fronte di tre milioni di ultrasessantenni, 168mila per i 300mila operatori sanitari e 410mila dosi per i 600mila minori da zero a sei anni con le prime vaccinazioni che sono previste non prima della prima settimana di novembre.

Il Pd aveva denunciato a luglio la sequela di ritardi e sottovalutazioni sulla necessità di acquistare per tempo le dosi necessarie e ad ampliare la platea. "Fontana e Gallera la smettano di raccontare frottole ai lombardi - aveva attaccato la consigliera regionale del Pd Carmela Rozza - perché avevamo detto a luglio che i lombardi non avrebbero avuto i vaccini e ci avevano tacciati di allarmismo. Perché in Emilia-Romagna e in Veneto i vaccini ci sono e in Lombardia no? Ora, all’ottava gara, sono costretti ad acquistare i vaccini a prezzo doppio e a pagamento anticipato, ma nemmeno così riusciranno a dare ai lombardi le dosi necessarie. Basta bugie, se la smettessero di mentire e raccontassero ai cittadini la verità, forse anche loro avrebbero meno guai".

Ad agosto Giulio Gallera, titolare del Welfare, aveva tentato una difesa, poi - parzialmente - smentita. "Ad oggi abbiamo già acquistato 2,4 milioni di vaccini, l'80% in più dello scorso anno. Gli inutili e irresponsabili allarmismi generano solo confusione", aveva garantito l'assessore in una nota. "Daremo la precedenza ai soggetti più fragili, agli over 65, alle categorie più a rischio, ai medici, infermieri, operatori sanitari e socio sanitari, e ai bambini fino ai 6 anni offrendo loro gratuitamente i migliori prodotti acquisiti sul mercato mondiale e disponibili per l'avvio della campagna", aveva spiegato. 

Nelle scorse ore alla regione - che ha organizzato "punti" per i vaccini in Duomo e negli ospedali Sacco e militare di Baggio - si è rivolto anche l'ordine dei medici. "Mi aspettavo che sarebbero arrivati prima degli altri anni. Nelle farmacie non si trovano, privatamente non si possono fare e le campagne antinfluenzali delle aziende inizieranno come gli scorsi anni - l'allarme dei camici bianchi -. Per i prossimi mesi bisogna affidarsi ai medici di famiglia per avere le risposte più idonee per fronteggiare tutte le malattie che passeranno”.

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