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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Daniela: "Sono nata uomo e dico no a leggi e manifestazioni che ostentano le differenze"

"Sono stata vittima di bullismo a scuola, e insultata da alcuni componenti della comunità Lgbt"

"Il 17 maggio non deve essere la Giornata mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, ma deve essere la Giornata mondiale per la difesa dei diritti universali. Una giornata dedicata a tutti coloro che hanno subito violenze fisiche e psicologiche, a chi a causa di queste violenze ha anche perso la vita. Non ha senso una legge che protegge una persona rispetto a un’altra, anche se entrambe fragili. Finché faremo delle leggi per difendere le categorie ci saranno discriminazioni. La legge deve proteggere tutti”.

A pochi giorni dalla Giornata mondiale contro l’omofobia celebrata lunedì 17 maggio suona particolare l’intervento di Daniela Moro, brianzola, classe 1971, che ha espresso la sua posizione con un video sul suo profilo Facebook.

Daniela, nata in una famiglia numerosa e tradizionale, all’anagrafe era Daniele, ma in quel corpo non si è mai ritrovata. Ai giochi con i soldatini e la palla ha sempre preferito le bambole, la musica e la danza. Poi, grazie anche al sostegno dei suoi genitori che l’hanno sempre appoggiata e aiutata, pian piano è iniziato quel cambiamento che le ha fatto raggiungere l'equilibrio nel corpo (sempre desiderato) di Daniela. Oggi una bellissima 51enne, fidanzata, che lavora ed è circondata dall’affetto di amici e familiari.

"Sono stata insultata anche dalla comunità Lgbt"

Ma su certe posizioni la brianzola è drastica. “Ho ricevuto molti più insulti da persone che fanno parte della comunità Lgbt che da persone eterosessuali o lontani da certe sensibilità – racconta Daniela Moro a MonzaToday -. Non serve una legge ad hoc per proteggere gay, lesbiche, trans. Esiste già la Costituzione italiana e soprattutto la legge di Dio. Lui dice: ama il prossimo tuo come te stesso. Questo dovrebbe bastare”.

Daniela lunedì non ha esposto la bandiera arcobaleno, non ha partecipato alle manifestazioni in piazza a sostegno del Ddl Zan. “Peraltro non ho mai partecipato a un gay pride – prosegue -. Le manifestazioni si fanno in silenzio, non serve ostentare, per sottolineare una differenza. A che cosa servono i gay pride, le discoteche per omosessuali? Secondo me servono solo a ghettizzare e a discriminare. Siamo tutti uguali, siamo tutti persone con gli stessi diritti e gli stessi doveri”.

"Non serve ostentare le differenze: siamo tutti persone"

Certo, per lei non è stato facile. A scuola insulti, scherzi, atti di bullismo contro quel Daniele che gesticolava un po’ troppo e che aveva gusti lontani da quelli degli altri amici adolescenti. "È dalla scuola che bisogna partire – prosegue -. Ma non parlando delle differenze tra etero e omosessuali, ma spiegando l’importanza del rispetto, la lotta al bullismo che non riguarda solo le persone gay. Insegnamenti che i ragazzi poi devono portare a casa”.

Una posizione che Daniela ha spesso espresso, senza mezzi termini, anche sul suo profilo Facebook incassando anche critiche. “Non dimenticherò quegli appellativi dispregiativi ricevuti da alcuni conoscenti omosessuali – aggiunge -. Quando venivo definitiva travestita di m…. Sono parole che fanno male, soprattutto quando vengono pronunciate da persone che si professano tolleranti e sensibili”.

"Sì all'adozione per le coppie gay"

Daniela ha anche una sua idea di famiglia. “Ho avuto la fortuna di avere due genitori fantastici – prosegue -. Che mi hanno garantito amore e sostegno. Un diritto che tutti i bambini e tutti i ragazzi dovrebbero avere. Tutti hanno il diritto ad avere una famiglia. Formata da mamma e papà, ma anche da due persone dello stesso sesso. Quello che proprio, però, non riesco a concepire è la volontà delle coppie omosessuali ad avere un figlio fatto a propria immagine e somiglianza. Se si è disponili davvero a dare amore, allora è possibile intraprendere il percorso dell’adozione aprendo le porte della propria casa e del proprio cuore ai tanti bambini e ragazzi che, sfortunatamente, sono stati abbandonati o sono orfani”.  

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