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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: cosa succede alle atlete sul web?

Le altete donne ricevono molti più contenuti sessisti, insulti e molestie sul web rispetto ai colleghi uomini: i risultati dell'indagine condotta da DAZN

Il 25 novembre è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Per l'occasione, DAZN ha analizzato la diversità di trattamento riservato sul web alle atlete e agli atleti. Nello sport, del resto, il gender gap è estremamente evidente. E la ricerca "Social Athletes" lo conferma.

Redatta in collaborazione con l’istituto di ricerca Blogmeter, l'analisi si è concetrata su 6 atleti italiani (3 uomini e 3 donne): sono state analizzate le conversionI sul web che li avevano per protagonisti, ma anche i commenti ai loro post nel 2019 e nel 2020. Il risultato? Le sportive (una calciatrice, una pallavolista e una nuotatrice) sono state maggiormente vittime di violenza psicologica rispetto agli sportivi (un calciatore, un tennista e una pallavolista). Dagli insulti alle molestie verbali, fino alla volgarità, non è certo una vita (digitale) facile quella delle donne che vivono di sport.

Le conversazioni sul web sono aumentate dell'86%

Nel 2020, le conversazioni attorno agli atleti oggetto di indagine sono aumentate dell'86% rispetto all’anno precedente, arrivando a toccare oltre 570mila messaggi complessivi. Di questi, l’82% è dedicato agli uomini mentre solo il 18% alle donne. Non solo vi è una differenza numerica: degli atleti si parla principalmente su pagine e siti di notizie sportive o legate al tifo, delle atlete si parla in contesti generalisti, lifestyle e non sportivi.

Le differenze nei commenti

Andando ad analizzare nel dettaglio i commenti ai contenuti postati dagli atleti nei propri account social, emergono altre importanti disparità di genere. I commenti relativi allo sport sono diminuiti del 19% nel 2020 rispetto al 2019 (anche per via dello stop dovuto alla pandemia), ma ciò che più colpisce sono i commenti sull'aspetto fisico: per le atlete rappresentano il 24% del totale, quasi un messaggio su quattro, mentre per gli atleti si attestano attorno al 9% (-2% vs. 2019). Inoltre, gli atleti maschi ricevono commenti sul loro aspetto fisico quasi esclusivamente quando postano un selfie o momenti di vita privata. Le atlete li ricevono quando parlano di sport.

Quando ottengono una vittoria sportiva, gli atleti ricevono il 65% dei commenti relativi all’impresa, mentre la percentuale per le donne scende al 45%. Queste ultime però, nella celebrazione della propria vittoria, devono fare i conti con un 9% di contenuti molesti (offensivi o volgari). Le molestie sfiorano il 22% se il contenuto postato da un’atleta donna è un selfie, gli atleti contano il 6% di commenti molesti con un ulteriore 4% di commenti offensivi rivolti a persone a loro care.

L'11% di commenti sotto i post delle atlete donne è volgare o offensivo, una percentuale che scende al 4% tra gli uomini. I primi hanno una forte connotazione sessuale, i secondi hanno comunque una componente sessista (insulti alle donne della loro vita, come madri, mogli o fidanzate) o tendono a minare la loro virilità, con toni omofobi. Prendendo poi in considerazione il Covid-19, gli atleti contagiati sono stati incoraggiati mentre le atlete sono state accusate di spettacolarizzare la malattia.

La ricerca è stata commentata da Veronica Diquattro, Chief Revenue Officer Europa spiega: “Il percorso che porta alla parità di genere è ancora lungo, nonostante le atlete, così come le manager e le imprenditrici del mondo dello sport, dimostrino con fatti e risultati il loro inequivocabile valore".

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