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Salute

Coronavirus: cosa succede quando arriva una notifica dall'app Immuni?

Pur preservando privacy e anonimità, Immuni è l'unico modo che si ha per sapere se si è entrati in contatto con una persona positiva (anche sconosciuta)

Col prepotente arrivo della seconda ondata, il Governo ha invitato tutti a scaricare l'app Immuni.

Fondamentale per tracciare i contagi, pur preservando la privacy e l'anonimità dell'utente, Immuni invia una notifica sul cellulare di chi è entrato in contatto di recente con una persona poi risultata positiva al virus. Ma cosa succede, quando quella notifica arriva? Le indicazioni chiedono che, al suo ricevimento, la persona contatti l'Asl o il medico di base: in mancanza di sintomi, e fatte salve le prescrizioni del curante, dovrà restare in casa in isolamento fiduciario per 14 giorni dall'arrivo della notifica. 

Nelle due settimane di isolamento fiduciario non sarà possibile uscire di casa, né entrare in contatto con nessuno. Non c'è quindi un accesso diretto al tampone per chi ha scaricato l'app Immuni. In quanto anonima, l'applicazione non invia alcuna segnalazione alle autorità: è l'utente a dover segnalare l'avvenuta notifica, ed è l'Asl a fornire alla persona indicazioni su come procedere.

Se da un lato rimanda le azioni al potenziale contagiato, e lo "costringe" a svolgere tutta una serie di "compiti" al ricevimento della notifica, dall'altro Immuni è l'unico sistema che si ha per sapere se si è entrati in contatto con una persona positiva, anche sconosciuta. Perché? Perché, ad ogni cellulare, Immuni assegna un codice. Quando due cellulari con l'App attiva si "incontrano", si scambiano i codici: se la persona che "possiede" uno dei due codici segnala la sua positività all'App, questa invia una notifica alla persona "proprietaria" dell'altro codice. Non tiene dunque traccia degli spostamenti, Immuni: semplicemente, usando il sistema Bluetooth, registra la presenza degli smartphone che abbiamo intorno inviando e ricevendo codici casuali.

E non consuma neppure batteria, come ha spiegato il professore del Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino Claudio Ettore Casetti al Corriere della Sera: "Questa tecnologia è pensata per essere a basso consumo. Lo standard più recente, il Bluetooth Low Energy,  è ancora più parco nei consumi e ogni produttore deve attenersi a specifici vincoli di consumo energetico, 10 milliWatt".

Tuttavia, è bene sapere che Immuni è compatibile solo con smartphone (Apple o Android) successivi al 2015. Nel caso dell’iPhone, il telefono deve avere installato il sistema operativo iOS 13.5 o superiore; per l'Android, si parte dalla versione 6.0 ed è necessario che il telefono il Bluetooth Low Energy e Google Play Services in versione 20.18.13 o superiore.

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