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Giovedì, 18 Aprile 2024
Monza Reale

Monza Reale

A cura di Raffaella Martinetti

Per far diventare Monza una città più viva. Una città da amare.

Monza Reale Centro Storico / Piazza Trento E Trieste

Lezioni di cucina longobarda, a tavola con Teodolinda ed Agilulfo

Tutto nacque nell’autunno del 590. Tutto nacque al banchetto delle nozze di Teodolinda e Agilulfo.

La dolce novità che venne introdotta durante il loro rinfresco furono i confetti, che possiamo ammirare nell’affresco degli Zavattari presso il Duomo di Monza.

Gli artisti dipinsero questa opera per dare omaggio al matrimonio di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza: la giovane sposa appena 16enne venne così data in moglie allo Sforza, uomo di 45 anni noto per essere un grand Dongiovanni. Le cronache dell’epoca raccontano che anche al loro matrimonio venne introdotta una novità: il torrone di Cremona.

L’arte della tavola dai Longodardi al Medioevo si può quindi osservare nelle scene dipinte sulle pareti del Duomo: le nostre origini, anche quelle culinarie, sono legate a quelle delle popolazioni che hanno abitato queste terre. 

Fra tutte le popolazioni barbare furono proprio i Longobardi a dare molta importanza a certe regole dello stare a tavola: come per esempio l’abitudine di stare seduti, invece che sdraiati, oppure l’introduzione dell’uso delle posate.

In ambito culinario l’influenza dei Longobardi fu molto forte, resistendo nel tempo con ricette odierne che risentono ancora delle tradizioni del passato.

Ma come si cibavano i nostri cari Longobardi? Erano prima di tutto cacciatori ed allevatori: la caccia veniva praticata liberamente e l’allevamento era allo stato brado. I bovini venivano usati soprattutto per arare i campi mentre venivano ampiamente allevati ovini e suini. La carne di maiale era infatti molto diffusa e veniva solitamente salata, affumicata ed essiccata. Invece pecore e capre venivano allevate per la lana e per il latte: una volta uccise la pelle serviva per confezionare abiti, pergamene e sego per le candele.

I Longobardi mangiavano anche molto pesce, dedicandosi soprattutto alla pesca nei fiumi. Il pesce aveva molta importanza nella loro alimentazione, più che altro per questioni religiose perché spesso la Chiesa vietava l’uso di carne in alcuni periodi.

Come tutte le popolazioni germaniche, i Longobardi prediligevano segale ed avena, le più comuni, ma mangiavano anche orzo, miglio e spelta. Il pane era diverso da quello mediterraneo a base di grano tenero, ma veniva preparato con il miglio per l’uso quotidiano. Spesso veniva sostituito dall’uso di pappe e zuppe di cereali, con l’aggiunta di carne e verdure.

Sulle tavole longobarde, veniva servita anche frutta sia fresca che secca e veniva usata come dolcificante insieme al miele. Tutti gli alberi selvatici davano un grande contributo,in special modo per i contadini: vi ricavavano il sidro, il ribes rosso e l’olio.

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