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I sindaci di Desio e Seveso contro Pedemontana

Una conferenza congiunta del coordinamento Ambientalista e dei sindaci di Desio e Seveso per rendere ragione della diffida inoltrata a tutti i soggetti che si stanno occupando della realizzazione di Pedemontana

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MonzaToday
Il 13/03/014, presso la Sala Giunta del Comune di Desio, s'è tenuta una conferenza stampa congiunta del coordinamento ambientalista Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile e dei Sindaci Roberto Corti di Desio e Paolo Butti di Seveso.
Una conferenza stampa per comunicare ai media la situazione conseguente alla comune diffida legale del 13-01-014 inoltrata a tutti i soggetti che si stanno occupando della realizzazione dell'autostrada pedemontana.
PROGETTO PEDEMONTANA E PROBLEMA DIOSSINA:
Insieme in Rete e i comuni di Seveso e Desio
proseguono la loro azione a tutela del territorio e della salute dei cittadini.
Durante la conferenza stampa sono intervenuti:
  • Roberto Corti - Sindaco di Desio
  • Paolo Butti - Sindaco di Seveso
  • Daniele Cassanmagnago - Assessore alle Politiche di Governo del Territorio Città di Desio
  • Gemma Beretta, Gianni Del Pero, Alberto Colombo in rappresentanza delle associazioni di 'Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile'

COMUNICATO CONGIUNTO

INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

CITTÀ DI DESIO COMUNE DI SEVESO

PROGETTO PEDEMONTANA E PROBLEMA DIOSSINA: insieme in Rete e i comuni di Seveso e Desio proseguono la loro azione a tutela del territorio e della salute dei cittadini

L'assenza di risposta alla diffida e alla contestuale richiesta di accesso agli atti avanzate da "Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile" e dai Comuni di Seveso e Desio è un fatto di inaudita gravità, di mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni e delle comunità locali.

Essa è ancor più grave per il fatto che la questione in oggetto ha a che fare con la salute dei cittadini e degli stessi lavoratori che saranno impegnati nell'eventuale realizzazione dell'opera.

Chiediamo che venga posto rimedio a questo fatto increscioso, recuperando il tempo perduto e mettendo in atto ogni azione utile e tempestiva per assicurare una risposta ai quesiti che da anni poniamo.

L'assenza di risposte ed il preoccupante silenzio non fanno altro che alimentare i sospetti ed allontanare le possibili soluzioni ad un problema che non può essere affrontato solo dal punto di vista della società concessionaria, ovvero quello di evitare spese impreviste col rischio di squilibrare il già traballante Piano Economico e Finanziario (PEF) dell'opera.

La salute dei cittadini non ha prezzo!

Da Pedemontana e, prima ancora dalle istituzioni preposte, chiediamo risposte chiare e trasparenti. Le pallide aperture della Regione e del Ministero all'Ambiente, di cui abbiamo appreso indirettamente e solo attraverso risposte a interrogazioni e ad interpellanze di parlamentari e di consiglieri regionali, devono essere tramutate in fatti ed atti concreti.

Si tratta di un fatto positivo che premia la grande pressione del territorio, dei Comuni e delle associazioni ambientaliste che in questi due anni si sono mossi con un fine comune.

Pur tuttavia, non ci possiamo considerare soddisfatti.

Così come richiesto da tutti i sindaci, e non solo quelli che hanno firmato la diffida, deve essere convocato al più presto l'Osservatorio ambientale su Pedemontana, riconoscendo finalmente la necessità di ottemperare la prescrizione n. 3 del CIPE.

Ribadiamo che, prima della chiusura del progetto esecutivo delle tratte B2 e C, devono essere eseguite:

  • la campagna di rilevamento e di analisi delle diossine, in contradditorio con Arpa;
  • la caratterizzazione del terreno con la predisposizione dell'eventuale e conseguente piano di bonifica.

Il primo passo è quello di destinare le necessarie risorse e di individuare modalità e tempi per l'esecuzione di tutto ciò.

E' preoccupante constatare come non vi siano certezze nemmeno su ciò che dovrebbe essere garantito da legge. Come non vi è certezza sulle risorse da dedicare a questi interventi e sulla copertura dell'intero PEF.

Ad oggi manca una seppur minima garanzia della realizzazione dell'intera opera principale, delle opere complementari e connesse e delle compensazioni ambientali.

Quello che si sta paventando è la costruzione di un'opera "spezzatino". Sono state avviate alcune tratte (la tratta A e, recentemente, la tratta B1), generando notevoli problemi ai comuni dei segmenti successivi, col rischio che, di fronte all'assenza di risorse, rimanga un cantiere perennemente aperto con gravi danni al territorio, sia dal punto di vista ambientale che sociale ed economico.

Rifiutiamo questa ipotesi, alziamo la voce e a chiediamo chiarimenti e risposte nel merito.

Per ciò che ci riguarda, se dovesse permanere la situazione di negazione delle informazioni e di mancato coinvolgimento delle istituzioni e dei cittadini che, da sempre, hanno avuto e dimostrato grande senso di responsabilità, verranno intraprese le necessarie azioni sia sul piano politico che su quello legale.

Desio, 13 marzo 2014

Contatti:

Città di Desio: ufficiostampa@comune.desio.mb.it Comune di Seveso: urp@comune.seveso.mb.it

Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile: inforete@alternativaverde.it

NOTE

All'inizio di gennaio 2014, Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile e i Comuni di Seveso e di Desio hanno inoltrato una diffida legale ai soggetti istituzionali e operativi deputati a gestire e realizzare l'infrastruttura autostradale Pedemontana.

Lo hanno fatto a fronte della persistente mancanza di risposte da parte di Pedemontana e della Giunta regionale lombarda relativamente alle azioni da intraprendere prima della chiusura del progetto esecutivoper affrontare, così come prescritto dal CIPE, il problema della presenza di diossina nelle zone interessate dall'incidente ICMESA su cui è ipotizzata la realizzazione dell'autostrada e delle opere complementari e connesse.

Il documento li diffida dal procedere nell'iter realizzativo senza avere ottemperato alla prescrizione n. 3 del CIPE che, a seguito dell'approvazione del progetto definitivo, richiedeva ulteriori analisi e in particolare la caratterizzazione del terreno con la predisposizione dell'eventuale conseguente piano di bonifica.

L 'ottemperanza di questa prescrizione dovrà essere propedeutica all'approvazione del progetto esecutivo della tratta B2, dal momento che questo progetto dovrà tenere conto delle operazioni legate al livello di contaminazione da TCDD (diossina) riscontrato, con la modifica del piano finanziario, comprensivo degli oneri legati alla caratterizzazione ed alla bonifica dei terreni contaminati.

Il Comune di Desio, il cui territorio è in parte interessato dalla stessa presenza di diossina e perimetrazioni dei Comuni ricadenti della tratta B2, non è destinatario della prescrizione CIPE n. 3 e, al fine della tutela della salute dei propri cittadini, ha fatto richiesta allo stesso CIPE di estendere la prescrizione in oggetto anche al proprio comune e ha aderito all'iniziativa della diffida, per alzare la soglia di attenzione e la tutela del proprio territorio che - anche se molti lo hanno dimenticato - fu coinvolto pesantemente dall'incidente ICMESA del 1976.

Il tracciato della Pedemontana insiste proprio in quella che all'epoca dell'incidente, anche a Desio, fu connotata come zona B e R.

Il testo della diffida legale a cura dello Studio Cocco, Ribolzi e Salomoni e del penalista Andrea Palumbo, è stato concepito anche come istanza di accesso agli atti, per avere tutte quelle informazioni in possesso dei soggetti destinatari della diffida e che i comuni ed i cittadini dovrebbero avere il diritto di conoscere.

I diversi soggetti in indirizzo avrebbero dovuto dare risposta entro trenta giorni dalla ricezione dell'atto. I trenta giorni sono passati e ai firmatari dell'istanza/diffida non è pervenuta alcuna risposta.

Sollecitata dall'atto legale, che contiene anche un richiamo di natura penale per il potenziale rischio di danni alla salute dei cittadini ascrivibile al danno ambientale procurato dalla movimentazione di terra contaminata nelle zone ex A,B,R del disastro ICMESA ove l'autostrada passerà, Pedemontana risponde finalmente alle molte lettere e richieste da parte dei Sindaci della Tratta B2, di Desio e di Bovisio Masciago in merito e promette la convocazione dell'Osservatorio ambientale su Pedemontana, riconoscendo la necessità di ottemperare la prescrizione del CIPE n. 3.

Due anni di lavoro dei gruppi ambientalisti di Insieme in Rete e delle amministrazioni comunali per riconoscere quello che dovrebbe essere un procedimento scontato a norma di legge.

Se dovesse permanere la situazione di negazione delle informazioni e di mancato coinvolgimento delle istituzioni e dei cittadini che, da sempre, hanno avuto e dimostrato grande senso di responsabilità, verranno intraprese conseguenti azioni sia sul piano politico che legale.

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