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Cronaca

San Gerardo, inaugurato il nuovo acceleratore lineare per la cura del cancro

Si tratta di una macchina di ultima generazione arrivata a Monza grazie a Cancro Primo Aiuto e al finanziamento di Regione Lombardia

La lotta al cancro passa anche attraverso la tecnologia. Nel pomeriggio di lunedì, all’ospedale San Gerardo di Monza, è stato inaugurato il nuovo acceleratore lineare Versa HD. Si tratta di una macchina di ultima generazione di cui potranno beneficiare i pazienti (circa 40 al giorno) dell’ospedale monzese.

Acceleratore 2-2

Il progetto è stato realizzato grazie all’opera di sensibilizzazione di Cancro Primo Aiuto e a un suo primo contributo economico, a cui è seguito l’indispensabile finanziamento di Regione Lombardia pari a 3.349.000 euro. A questo nuovo gioiello tecnologico si aggiungono altri due acceleratori già in uso: complessivamente nel corso del 2018 sono stati trattati circa 1200 pazienti per 16.000 prestazioni.

La principale caratteristica della nuova macchina acquisita grazie ad uno specifico investimento, è l’elevata precisione di modellazione del fascio di radiazioni per colpire il tumore da trattare. Questo risulta particolarmente vantaggioso nel caso di forme tumorali particolarmente complesse, che richiedono un’estrema precisione sulla zona da irradiare; in passato la modellazione del raggio ad alta definizione era limitata a terapie dal bersaglio ridotto. Versa HD riesce a superare questo limite, permettendo una delimitazione millimetrica del fascio di radiazioni.

Versa HD dispone inoltre di un sistema integrato di Tomografia Computerizzata che attraverso scansioni permette il controllo del posizionamento del paziente e l’individuazione del volume bersaglio, così da verificare l’accuratezza della terapia sia tra una seduta e l’altra (inter-fraction), sia durante ciascuna seduta (intra-fraction) effettuando un confronto di appropriatezza con il trattamento pianificato. Si realizza in questo modo la Radioterapia “guidata dall’immagine” o IGRT che, con l’ausilio del telecomando del lettino di trattamento con sei gradi di libertà e la sincronizzazione del respiro del paziente, consente di inquadrare il bersaglio con maggior precisione e ridefinire i volumi, favorendo un’irradiazione ancora più selettiva del tumore. Tutto ciò permette una maggiore precisione dei trattamenti, la possibilità di aumentare la dose per frazione e/o la dose totale erogata, riducendo significativamente il coinvolgimento dei tessuti sani peritumorali. Questa caratteristica si traduce nella possibilità di tempi di trattamento più brevi, che favoriscono un turn-over più rapido delle liste di attesa, con un’ottimizzazione delle risorse del sistema sanitario.

“Il nuovo acceleratore lineare – spiega il prof. Stefano Arcangeli, responsabile della Radioterapia - è in grado di irradiare con precisione millimetrica lesioni tumorali situate in tutto il corpo, agendo alla stregua di un bisturi virtuale (fatto di raggi X) capace di massimizzare il controllo della malattia, limitando drasticamente l’irraggiamento dei tessuti sani circostanti - e conseguentemente la tossicità correlata al trattamento. Con Versa HD i pazienti potranno ricevere un trattamento più breve, più efficace e più sicuro”. 

“Siamo contenti che sia stato raggiunto questo obiettivo di cui siamo stati lo stimolo. Il nostro contributo è stato frutto della collaborazione con altre associazioni che gravitano sul San Gerardo e, soprattutto, della generosità di monzesi e brianzoli che hanno fatto una donazione a questo scopo. Adesso la macchina va sfruttata per salvare la loro vita” ha commentato Flavio Ferrari, amministratore delegato di Cancro Primo Aiuto.

“Si tratta di una tecnologia di avanguardia – spiega il Direttore Generale della ASST di Monza Mario Alparone - che ci consente di affrontare in maniera più efficace la sfida della moderna medicina di precisione. Ringrazio Regione Lombardia per l’ingente finanziamento, che testimonia l’attenzione nei confronti della nostra Azienda e Cancro Primo Aiuto per il sostegno finanziario e per il costante supporto alle nostre cure in campo oncologico”.

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