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Cronaca Carate Brianza

Presepe vivente di Agliate: emozione rinviata al 6 gennaio per il maltempo

Bisognerà aspettare fino a domenica 6 gennaio per ammirare una delle sacre rappresentazioni più suggestive di tutta la Lombardia, realizzata da 300 volontari che hanno lavorato gratuitamente

AGLIATE – Un Dio «vivo» in un presepe «vivente». Ogni anno si rinnova il segreto del Presepe di Agliate. Nel cuore della Brianza, alle pendici di una basilica millenaria dove è nata la fede di questo popolo, 300 persone mettono in scena la Sacra Rappresentazione della nascita di Gesù a Betlemme. Uomini e donne in carne e ossa. Non statuine di gesso ma persone «viventi». Cuori nei quali arde una fede da testimoniare.

A due passi dal Lambro e dalle grotte rupestri di Realdino viene ricreato l’«Avvenimento» per eccellenza: il Verbo, l’eterno Logos divino, si «attenda» in questo mondo. La «carne» di Gesù, la sua esistenza umana, è la «tenda» del Verbo. Così Papa Benedetto XVI descrive la nascita di Gesù Bambino nel suo ultimo libro dedicato «L’infanzia di Gesù».

Così fanno ogni anno i 300 volontari – tutti mamme, papà e figli di Agliate, Carate Brianza e dei borghi vicini – di Comunione e Liberazione. Una tradizione che si ripete – immutata e insieme sempre nuova – dal 1976. E cioè da quasi 40 anni. L’appuntamento - a causa delle piogge di questi giorni è stato rinviato al 6 gennaio- il giorno dell'Epifania - sempre dalle 15 alle 18 davanti al portale della Basilica di Agliate. Un luogo altamente simbolico: a pochi passi c’è un antichissimo Battistero dove furono battezzati i primi cristiani della Brianza. Insieme a Cl, a organizzare ci sono anche Avsi e Comunità pastorale Spirito Santo.

In quello che è uno dei presepi viventi più grandiosi e suggestivi di tutta la Lombardia non manca niente: la sacra rappresentazione della nascita di Gesù Bambino a Betlemme – incarnato da un bimbo nato ad Agliate - visita alla grotta da parte di pastori e Magi a cavallo. Lungo le antiche colline di Agliate si ripercorre – quasi alla lettera – il racconto essenziale dei Vangeli: l’Annunciazione, la visita a Elisabetta, il censimento, Erode, i Magi, i pastori e i mestieri e infine la grotta della Natività, con Gesù, Giuseppe e Maria. Le scene della natività immerse nella natura – qui ancora incontaminata – della verde Brianza.

Grande è anche la qualità artistica di questo presepe: i costumi antichi, le ricostruzioni delle scene pastorali e la scena della Natività ambientata in una grotta naturale, posta simbolicamente in cima a una collina e a un cammino ascensionale.

Sul piazzale antistante alla Basilica di Agliate – ad accogliere i partecipanti come prima scena della sacra rappresentazione – ci sarà una grandiosa e fedele ricostruzione di legno del Portico della Gloria della cattedrale di Santiago de Compostela. Costruita, come tutto il presepe nel tempo libero da un’équipe di falegnami, studenti universitari e volontari di Agliate e Carate Brianza – ha un alto valore simbolico. «L’invito – spiega Franca Valtorta – è di seguire l’indicazione di Papa Benedetto XVI che ha appena indetto l’Anno della Fede con la lettera apostolica Porta Fidei. Perché, nella vita come anche ad Agliate, è «possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma».

Il tema dell’edizione 2012 prende spunto dall’ultima lettera pastorale del cardinale Angelo Scola: «Alla scoperta del Dio vicino». «Che cosa consente all’uomo la necessaria rinascita che dà vigore al quotidiano - si domanda l’arcivescovo Milano -? Forse l’esperienza gratuita di una grande gioia». Proprio come è accaduto e accade con la «nascita di Gesù a Betlemme», un avvenimento che «irradia la gloria di Dio nella storia umana» e di cui l’evento brianzolo vuole essere fedele rappresentazione.

«Il Dio vicino – continua l’arcivescovo di Milano – avvolge di luce la vicenda di ogni donna e di ogni uomo che si lascia raggiungere dall’annuncio della gioia e crede. E credendo si mette in cammino. Guardiamo tutti insieme con occhi semplici al bimbo di Betlemme come Lo guardarono Sua madre e San Giuseppe. Da subito nel nostro cuore rinascerà la certezza che Dio è vicino». Ogni anno, per ogni uomo che nasce, una sfida entusiasmante e sempre nuova.

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