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Cronaca

Un uomo cerca di stuprarla in strada: allenatrice monzese lo colpisce e si salva

A raccontare l'accaduto è la coraggiosa Elena Vergani, insegnante di scienze motorie in un liceo di Milano e allenatrice all'Astro Roller Skating di Monza

Stava passeggiando vicino a CityLife, a Milano, quando un uomo è arrivato da dietro, le ha messo una mano sulla bocca, l'ha spinta a terra, facendole battere la testa e la schiena, e ha iniziato a toccarle le parti intime. Ma lei non si è fatta prendere dal panico e dalla paura. Ha reagito. Ha picchiato l'aggressore ed è riuscita a salvarsi con fiera e ammirabile prontezza. La coraggiosissima protagonista dell'episodio è Elena Vergani, milanese 32enne, insegnante di scienze motorie in un liceo della città e allenatrice all'Astro Roller Skating di Monza all’Accademia di Pattinaggio di Busto Arsizio (Va).

"Tutti mi dicono 'brava, complimenti' - dice la ragazza al telefono con MilanoToday -, ma io sono stata solo fortunata e ho agito per spirito di sopravvivenza. Quando ha iniziato a toccarmi gli ho tirato due calci in pancia e lui si è staccato ed è scappato. Io ho iniziato anche a rincorrerlo, poi per fortuna mi sono detta 'ma cosa sto facendo?' e allora mi sono fermata e ho chiamato i soccorsi. Il messaggio che vorrei passasse è facciamo qualcosa per far finire tutta questa violenza".

Grazie alla sua forza d'animo, anche se lei la chiama 'fortuna', la giovane donna, nella serata di sabato, verso le 19, è riuscita a evitare una violenza sessuale. Dopo aver ricevuto le prime cure dai soccorritori è stata trasportata all'ospedale Mangiagalli di Milano per un enorme livido alla schiena e un trauma alla testa. Il giorno dopo Elena ha denunciato il fatto ai carabinieri e al momento sono in corso le ricerche dell'aggressore, anche se risalire a lui non sarà affatto facile.

"In ospedale - racconta la ragazza - mi hanno detto ero la 700esima vittima di episodi violenza a Milano del 2020. Vuol dire più di due persone al giorno costrette a subire fatti anche più gravi di quello capitato a me. È un dato ancor più choccante se si pensa che tante aggressioni non vengono nemmeno denunciate, quindi il numero è ancora più alto. Quando ho sentito questa cifra dentro di me è scattato qualcosa. Ho pensato 'dobbiamo agire per mettere fine a questo fenomeno'. Per questo ho condiviso quello che mi era successo sui social".

"Qualche giorno fa, il 25 novembre, si è celebrata la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne - continua l'allenatrice di pattinaggio -. Ma a cosa serve avere una giornata così o appendere delle scarpette rosse se poi quello che siamo costrette a vivere è questo? Io credo si debba fare un grosso lavoro già sui bambini e sui ragazzi. Anche l'omicidio avvenuto a Monza nei giorni scorsi, ad opera di un 14enne e un 15enne, è emblematico di un mondo di estrema violenza. Ci vorrebbe anche da parte di tutti un maggiore senso civico, mentre venivo aggredita urlavo come una matta, ma i passanti sono arrivati solo dopo. C'è sempre troppa paura di aiutare il prossimo".

Elena ha voluto condividere la sua esperienza anche con i ragazzi del liceo di Milano dove insegna scienze motorie. Ne ha parlato apertamente con loro proprio per fargli capire come episodi del genere che purtroppo sono all'ordine del giorno non dovrebbero mai succedere.

"Io non voglio essere compatita - afferma la giovane insegnante -, alle donne che possono trovarsi in situazioni come quella capitata a me, posso dire, cercate di trovare la forza di ribellarvi e se subite una violenza non vergognatevi. Spesso si colpevolizzano le vittime anche per quello che indossavano al momento della violenza, io avevo tuta, felpa e calze antiscivolo... Non dobbiamo essere noi a vergognarci". 

"Non esistono parole per descrivere coloro che aggrediscono donne innocenti", si legge in uno dei tanti commenti alla storia di Elena pubblicati sui social; "Sei una forza della natura! Ti voglio bene", le scrive qualcun altro; e ancora, annota un altro signore, "il voler parlare di una vicenda del genere indica grande senso civico, coraggio e determinazione. Sono contento ed onorato ad avere persone del genere non solo come allenatrici di pattinaggio ma anche come maestre di vita per mia figlia".

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