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Cronaca

Quando la violenza è silenziosa tra umiliazioni, insulti e botte: come chiedere aiuto

Non solo la denuncia. Ecco le strade per uscire dalla spirale di violenze e atti persecutori dentro e fuori dalle mura di casa. Cos'è e come funziona l'ammonimento del questore

Dalla parte delle donne - e di chi ha bisogno di aiuto - ogni giorno, non solo l'8 marzo. E' questo l'impegno della polizia di Stato che, in occasione della ricorrenza della Festa della Donna, ha scelto di ricordare alle donne che in caso di necessità e di supporto c'è sempre qualcuno pronto ad ascoltare e ad aiutare. Perchè uscire dalla spirale della violenza si può e si deve. E chiunque scelga di intraprendere questo difficile percorso - assicurano dalla questura - non sarà mai sola.

E proprio in via Montevecchia all'interno dell'articolazione della Divisione Anticrimine c'è un ufficio dedicato al settore preventivo di tutela minori e delle vittime vulnerabili che ha come referente il commissario capo Stefania Francesca Gonnella. "Quest'anno abbiamo scelto una strada diversa per parlare alle donne, senza scendere nelle piazze perchè abbiamo avuto l'impressione che fossero titubanti ad avvicinarsi alla polizia in pubblico, anche solo per chiedere informazioni, come se temessero di essere giudicate". Ma alla vigilia di una giornata importante, dedicata a tutte le donne, anche la polizia vuole ricordare che per chi ha bisogno di aiuto c'è sempre. 

I primi segnali di violenza

L'ambito di attività dell'ufficio che si occupa di minori e vittime vulnerabili è quello preventivo che interviene con degli strumenti di tutela dell'incolumità delle vittime tra cui gli ammonimenti e la sorveglianza speciale prima che si possa innescare una escalation di violenza che possa portare a esiti più gravi. In Italia, numeri alla mano, secondo i dati dei centri antiviolenza, una donna su tre è vittima di violenza. Spesso il fenomeno resta sommerso e a volte sono le stesse vittime a non riuscire a riconoscerlo e interrompere questa spirale. E' violenza - anche psicologica - il controllo ossessivo e geloso, le umiliazioni continuate, le derisioni, il costante senso di inadeguatezza trasmesso, le colpevolizzazioni, i tentativi di isolamento con l'allontanamento da familiari e amici. Ma l'elenco potrebbe essere molto più lungo e arrivare a tutte quelle forme di violenza meno subdole come lividi e botte. "Spesso le donne pensano che le cose che vivono siano normali ma non è così" ha spiegato il vice-questore Francesca Bisogno, invitando chiunque abbia bisogno a chiedere aiuto. 

"Vorremmo far arrivare alle donne un messaggio di fiducia: vorremmo far sapere che in questura c'è qualcuno pronto ad accoglierle e ad ascoltarle in grado di attivare tutti gli strumenti di tutela per accompagnarle in un percorso di fuoriuscita dalla violenza" spiega il commissario capo Gonnella. E spesso la violenza può essere fermata e arginata molto presto, prima che la situazione possa degenerare. E tra gli strumenti a disposizione delle donne (in realtà vi hanno fatto ricorso anche alcuni uomini) c'è l'ammonimento del questore. 

Non solo denuncia: che cos'è l'ammonimento 

L'ammonimento del questore è un atto amministraztivo che può essere promosso in presenza di atti persecutori o violenza domestica. Si tratta di un iter differente e più rapido rispetto a una denuncia e che non ha le stesse ripercussioni anche a livello penale, permettendo così di frenare comportamenti che potrebbero in futuro degenerare. "Si tratta di strumenti che tentano di arginare l'escalation di violenza" ha specificato il commissario capo Gonnella.

A presentare istanza al questore con richiesta di ammonimento (per atti persecutori o per violenza domestica) deve essere la stessa vittima in seguito a condotte moleste che provocano in lei stati d'ansia e cambiamenti nelle abitudini di vita oppure per percosse o reati connessi alla violenza di genere. Una volta che il procedimento è stato istruito viene notificato l'iter che funge spesso da deterrente e nella fase istruttoria vera e propria la vittima viene nuovamente accolta in questura per l'acquisizione delle testimonianze e delle eventuali documentazioni corredate da certificati medici. "E' importante sottolineare che non è necessario che ci siano prove effettive con un riscontro oggettivo di ogni episodio denunciato: l'importante è che ci sia un quadro attendibile dei fatti esposti" specificano dalla questura. Al termine dell'istruttoria se le risultanze lo prevedono viene notificato l'ammonimento da parte del questore e la persona destinataria viene convocata in ufficio. "Gli si fa comprendere il disvalore delle sue azioni e le conseguenze a cui può andare incontro, tra cui anche una denuncia nel caso di recidiva". Spesso i destinatari dei provvedimenti vengono indirizzati anche a centri di supporto psicologico per l'avvio di un percorso riabilitativo ma non tutti accettano di sottoporsi alla terapia. 

A differenza dell'ammonimento per atti persecutori (la cui istanza deve essere presentata dalla vittima), per l'ammonimento per violenza domestica la segnalazione oltre che dalla persona offesa può essere fatta anche da terzi - come per esempio un vicino che in più occasioni ha assistito a determinati episodi - oppure da centri antiviolenza. Gli approfondimenti per la valutazione di provvedimenti vengono effettuati dall'ufficio anche in seguito a interventi delle volanti per liti in famiglia. E ogni giorno, tutto il giorno, sono diversi gli episodi che vedono impegnati gli agenti per reati connessi alla violenza tra le mura domestiche. Nel 2020 sono stati 10 gli ammonimenti del questore notificati dalla questura, numeri che nel 2021, complice la pandemia e forse una maggiore sensibilizzazione sul tema, si sono più che triplicati con 25 ammonimenti per atti persecutori e 11 per violenza domestica. In soli due mesi del nuovo anno i provvedimenti avviati sono già una quindicina. E anche dopo l'iter dell'ammonimento le donne non sono mai lasciate sole: "Siamo in costante contatto con chi ha presentato l'istanza per monitorare la situazione e per capire come stiano andando le cose e si tratta di un istituto che in molti casi sta dando i suoi frutti" assicura il commissario capo Gonnella.

Hai bisogno di aiuto? Ecco i numeri da chiamare

1522 è il numero della rete nazionale antiviolenza e dall'altro capo del telefono ci saranno operatrici in grado di rispondere a bisogni. 800901010 è il numero del servizio di prevenzione e contrasto delle discriminazioni. L'800290290 è il numero verde antitratta. In caso di emergenza o pericolo l'unico numero da comporre immediatamente è il 112. 

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