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Cronaca

"La mia legge è stata annullata: a breve un milione di persone senza un tetto sulla testa"

Grande la delusione per il monzese Sergio Bramini che nel 2018 fu fautore della legge contro lo sfratto in caso di sovra indebitamento. "Io non mi arrendo"

Anni di battaglie e di lotte buttate alle ortiche: la legge Bramini viene abolita e per le famiglie in sovra indebitamento si riapre l’incubo dello sfratto. È molto amareggiato e deluso Sergio Bramini, 74 anni, l’imprenditore monzese che nel 2018 era salito alle ribalta delle cronache nazionali, ribattezzato con l’imprenditore “fallito a causa dello Stato”. Il 16 maggio 2018 Bramini venne sfrattato, sotto gli occhi di decine di telecamere, dalla sua villa di Monza. Bramini, infatti, per non far fallire l’azienda e per continuare a pagare i suoi dipendenti aveva ipotecato la sua casa certo che lo Stato, dal quale attendeva 4 milioni di euro, lo ripagasse in tempi rapidi. Ma il pagamento non è mai arrivato: Bramini ha perso l’azienda e anche la villa di famiglia.

Consulente di Luigi Di Maio e creatore della legge Bramini

Poche settimane prima della sfratto il mondo della politica si era mobilitato per lui. Erano scesi in campo, personalmente, anche il grillino Luigi Di Maio (oggi Ministro degli Esteri), e il leader della Lega Matteo Salvini che a distanza di poche ore avevano fatto visita a Bramini nella sua abitazione. Ma alla fine il monzese ha dovuto abbandonare la sua villa. A giugno 2018 è diventato consulente del Governo giallo-verde al fianco di Di Maio con l’impegno di creare una legge, fin da subito ribattezzata “legge Bramini”. “La legge – spiega Sergio Bramini a MonzaToday – prevedeva che il custode fallimentare non poteva più sostituirsi al debitore. Stop allo sloggio preventivo, prima che l’immobile sia stato venduto all’asta, permettendo così al debitore di trovare nel frattempo una soluzione per lui e per la sua famiglia”.

Il Piano nazionale di ripresa annulla la legge Bramini

Una legge che, però, con il Piano nazionale di ripresa e di resilienza prevede un ritorno all’allora legge Renzi-Boschi poi annullata dalla legge Bramini. “Sono molto amareggiato – prosegue Bramini -. Non lavoro più per il Governo e le grandi battaglie portate avanti in questi anni sono state spazzate via”. La mente corre a quel 18 maggio 2018 quando l’imprenditore venne sfrattato dalla sua villa di Sant'Albino, insieme alla moglie, ai figli e alla nipotina. “Quando uscii dalla mia casa a bordo della mia auto feci una promessa – continua -. La sofferenza che avevo vissuto sulla mia pelle non dovevano più viverla altre persone. Proprio con questo spirito ho deciso di impegnarmi in politica e di diventare consulente di Luigi Di Maio. In poche settimane, grazie all’aiuto di un team di professionisti, abbiamo partorito la legge Bramini che tuteleva le persone che a causa del sovra indebitamento sarebbero finite in mezzo alla strada”.

"Non mi arrendo: sono pronto a scendere in campo"

Poi l’avventura politica è finita. Bramini, che aveva trovato un lavoro nel mondo della ristorazione, ha sofferto pesantemente il tempo dell’emergenza sanitaria, senza comunque mai arrendersi. “La cancellazione della legge Bramini è per me motivo di grave dolore – prosegue -. Ma io non mi arrendo. La politica anche recentemente mi ha cercato: ci penserò, ma con un solo scopo. Far sì che quello che io ho vissuto il 18 maggio altri non lo vivano più”. In questi anni Bramini ha anche fondato il gruppo Federazione europea per la giustizia di cui è il presidente. Segue, aiutato da un team di volontari e di professionisti, i casi di migliaia di persone che da Nord a Sud, a causa del sovra indebitamento – oggi unito anche al dramma della pandemia – rischiano di ritrovarsi in mezzo a una strada senza un tetto sulla testa.

"Tra poco un milione di persone senza casa"

“Una possibilità che senza la legge Bramini diventa una certezza – prosegue -. Se, come si vocifera, il 30 giugno verranno sbloccati gli sfratti in Italia ci saranno oltre un milione di persone senza un tetto sulla testa. Io non mi arrendo, vado avanti, sono pronto anche a dimostrazioni plateali pur di difendere il diritto di chi, senza colpa, si ritrova a non avere i soldi per pagare l’affitto o la rata del mutuo”. Proprio come sta succedendo all’imprenditore monzese. “Purtroppo, anche io, a causa dell’emergenza sanitaria sono stato messo in ginocchio – conclude -. Dovrò lasciare l’appartamento dove, dopo lo sfratto, mi sono trasferito. Adesso non sono in grado di mantenerlo”. Nel frattempo Bramini continua a lavorare come consulente per un’azienda edile che si occupa di ristrutturazioni e bonus 110%.

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