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Cronaca

Un "monzese" protagonista al Festival di Venezia con un film sui testimoni di giustizia

Il produttore Antonio Chiaramonte, siciliano di nascita ma brianzolo d'adozione, domenica concorrerà per il Premio Starlight International Award per il suo impegno sociale. Concorre con la pellicola "Io ho denunciato": la storia vera di un testimone di giustizia

Monza potrebbe brillare al Festival del Cinema di Venezia. Antonio Chiaramonte, produttore siciliano di nascita ma brianzolo d’adozione, domenica concorrerà con la sua pellicola “Io ho denunciato “ per il Premio Starlight International Award nella sezione sociale.
Chiaramonte, catanese di nascita, da alcuni anni vive in Brianzadove porta avanti il suo progetto sociale di cinema e a Monza è molto legato: fa parte della direzione artistica del Care Film Festival, il Festival di video dedicati alla professione dell’infermiere che si svolgerà a Monza a ottobre.

Il film ripercorre la vita di un testimone di giustizia che, per aver denunciato racket, estorsioni e violenze fisiche, si ritrova a dover abbandonare la sua terra e i suoi affetti e a vivere sotto scorta. Il personaggio è ispirato alla storia vera di un imprenditore siciliano che dopo anni di soprusi decide di denunciare i suoi aguzzini, diventando testimone. Ma si ritrova catapultato in una nuova dimensione: vivere sempre protetto dagli agenti, da ragazzi sconosciuti che diventano i suoi angeli custodi.
È profonda la malinconia per la sua terra e gli affetti che in Sicilia ha dovuto lasciare, ma la nostalgia lascia il posto alla fierezza di aver compiuto il proprio dovere.

La denuncia arriva sul grande schermo

Un film intenso, oggi più che mai di grande attualità, che ripercorre la vita di chi decide di denunciare e si ritrova a sua volta a dover far fronte a tante limitazioni con momenti di profondo sconforto e tristezza; un’approfondita analisi personale e psicologica del testimone di giustizia (ben diversa dalla figura del pentito) che dopo aver denunciato i suoi aguzzini si deve “dimenticare” il suo passato e ricominciare una nuova vita dove in ogni azione, incontro, momento non sarà mai solo ma sempre “protetto” dagli uomini e dalle donne della scorta.

“Sono molto orgoglioso questo lavoro – commenta Antonio Chiaramonte -. Con questo film inizia una serie di produzioni cinematografiche che esaltano gli eroi positivi della nostra società. Basta ai film e alle fiction che mettono al centro mafiosi e delinquenti, mitizzandone le gesta. È arrivato il momento di dare spazio a personaggi positivi: alle vittime che non si piegano alla malavita organizzata, ai magistrati e alle forze dell’ordine che con passione e impegno ogni giorno scendono in campo a favore della legalità, combattendo il male e mettendo a rischio la propria vita per il bene della comunità”.

"La Sicilia non è solo mafia e vedove"

Un film a quale Chiaramonte è molto legato, anche come siciliano. “Sono nato e sono vissuto a Catania. Sono stanco di vedere la mia terra presentata come luogo di mafia, dove le donne vestono sempre a lutto. La Sicilia è anche terra di tanta gente perbene, di persone che come il protagonista del mio film dicono no alla mafia. La Sicilia è anche terra di cultura, di musica e di arte”.

Un film che è  un invito anche alle nuove generazioni. “Il futuro sono i nostri giovani. Il mondo può diventare migliore solo se insegniamo a loro a non inginocchiarsi ai soprusi, a non voltare la faccia di fronte alle ingiustizie ma, malgrado le conseguenze, alzare la testa e stare sempre dalla parte della legalità”.

Antonio Chiaramonte, impegnato con il Ministero della Pubblica Istruzione in progetti legati alla legalità, porterà il suo film anche nelle scuole di Monza e Brianza. 

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