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Cronaca Desio

Tangente da 60mila euro per l'appalto rifiuti, arrestati anche due dirigenti di Gelsia Ambiente

Sono cinque le persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Monza nell'ambito dell'indagine "Accetto o rifiuto" accusati di condotte corruttive finalizzate alla turbativa di una gara d’appalto

Una presunta tangente da sessantamila euro per l’aggiudicazione di un appalto nell’ambito dei servizi di raccolta rifiuti e le forniture di sacchi per l’immondizia dotati di microchip e cinque arresti per corruzione della Guardia di Finanza. Un affare sporco tra immondizia e corruzione che ha fatto scattare le manette anche per due amministratori di Gelsia Ambiente, azienda di Desio attiva nel campo dello smaltimento di rifiuti. Insieme a loro sono finiti ai domiciliari anche due imprenditori e un dipendente di una società pugliese.

L’indagine, iniziata nel 2017, è stata condotta dalle Fiamme Gialle della compagnia di Monza, guidate dal comandante Ruggero Lanciano. Martedì mattina i militari del comando provinciale della Finanza di Monza hanno dato esecuzione a cinque ordinanze di applicazione delle misure cautelari degli arresti domiciliari disposte dal Tribunale del capoluogo brianzolo, nei confronti di cinque soggetti tra Milano, Limbiate e Barletta accusati di far parte di un sodalizio criminale dedito alla commissione di plurime condotte corruttive finalizzate alla turbativa di una gara d’appalto per la raccolta dei rifiuti del valore di due milioni di euro.

La tangente per l’appalto sui sacchi dei rifiuti

Agli arresti domiciliari sono così finiti Massimo Borgato, presidente del Cda di Gelsia Ambiente pro tempore, già dimissionario, e Antonio Capozza, direttore generale della società pubblica con sede a Desio attiva in tredici comuni della Brianza. Secondo quanto ricostruito dall’indagine a seguito di intercettazioni telefoniche, analisi forensi di supporti informatici e disamina di documentazione contabile ed extra-contabile, i due amministratori della società pubblica brianzola avrebbero accettato una tangente da 60.000 euro per agevolare gli imprenditori, facenti capo ad una associazione temporanea di imprese pugliese, ad aggiudicarsi una gara d’appalto di oltre 2 milioni di euro, finalizzata alla fornitura e distribuzione di sacchi per la raccolta del rifiuto indifferenziato, munito di microchip di tracciamento.

E la presunta tangente - che risale al 2016 - sarebbe stata emessa attraverso un meccanismo di sovrafatturazione delle prestazioni rese agli ignari enti locali beneficiari della “raccolta rifiuti” documentando servizi mai resi. Ai domiciliari sono finiti anche due uomini originari di Barletta, accusati di aver corrisposto la tangente per l’aggiudicazione dell’appalto e il titolare di una impresa che si occupa di software per la realizzazione dei microchip dei sacchi per la raccolta dell’immondizia.

Gelsia: "Massima trasparenza e collaborazione"

In relazione alle notizie odierne riguardanti le indagini condotte dalla Procura di Monza che vedono coinvolti l’ex Presidente e un dipendente della società per fatti relativi al 2017, Gelsia Ambiente conferma la massima collaborazione agli organi inquirenti e la fiducia nell’operato della Magistratura.

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