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Cronaca Desio / Via Papa Giovanni Paolo II

Desio, arresti in Comune: le accuse dell'operazione Golden Snow

Sette persone arrestate (uno ai domiciliari) e tre denunciate in stato di liberta' sono il bilancio degli arresti di questa mattina che hanno evidenziato l'ennesima storia di malaffare in alcune amministrazioni locali in Brianza.

DESIO - Sette persone arrestate (uno ai domiciliari) e tre denunciate in stato di liberta' sono il bilancio degli arresti di questa mattina che hanno evidenziato l'ennesima storia di malaffare in alcune amministrazioni locali in Brianza. L'operazione si chiama Golden snow ed è stata cordinata dai sostituti procuratori di Monza Donata Costa e Giulia Rizzo.  Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Desio, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Monza nei confronti di funzionari pubblici ed imprenditori accusati di corruzione, abuso d'ufficio, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture ed altro.

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La nuova trance di indagini si snoda dalla maxi operazione 'Infinito', che ha smantellato le "locali" dell'Ndrangheta in Lombardia, e nel marzo del 2012 quando l'amministrazione comunale di Desio ha presentato due esposti ai carabinieri per alcuni dubbi sulla correttezza dell'operato dell'Ufficio Contratti di quel Comune. Secondo le accuse, gli imprenditori coinvolti nell'indagine erano in rapporti di "consolidata amicizia" con personaggi legati alla 'ndrangheta e condannati a seguito dell'operazione 'Infinito'. Tali imprenditori, sempre secondo le risultanze delle indagini, avevano posto in essere un sistema corruttivo grazie alla compiacenza di alcuni tecnici e funzionari comunali.

Gli arrestati con incarichi pubblici sono Roberto S., responsabile dell'Ufficio Contratti e appalti del Comune di Desio (Monza) e Maurizio M., geometra nello stesso ufficio, che sono stati portati in carcere a Monza. Un terzo dipendente comunale, G.D.M., funzionario dell'analogo ufficio del Comune di Solaro, è stato posto agli arresti domiciliari. Insieme, secondo gli inquirenti, avevano messo in piedi un sistema corruttivo strutturato e collaudato per l'aggiudicazione di svariate gare d'appalto.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti, anche di tipo tecnico, la banda operava per garantirsi gli appalti attraverso un concordato sul prezzo, a cui seguivano fatture gonfiate allo scopo di ricavarne un ingiusto profitto. Roberto S., inoltre, è accusato anche di abuso d'ufficio: per gli investigatori, infatti, dissuadeva i possibili concorrenti delle ditte appaltatrici complici, a partecipare alle gare d'appalto. (ANSA)

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