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Cronaca

‘Nndrangheta e armi, tre arresti nella cosca radicata a Giussano e a Seregno

Le ricerche hanno permesso di accertare che uno dei due uomini era affiliato alla cosca di 'ndrangheta capeggiata da Antonio Stagno, radicata a Giussano e a Seregno. Stagno è il cognato di Rocco Cristello, il capo dela Locale di ‘ndrangheta di Seregno trucidato a colpi di pistola la sera del 27 marzo del 2008 davanti alla sua abitazione di Verano Brianza. Fu il pentito Antonino Belnome, arrestato nel luglio 2010 nell’ambito della maxi-inchiesta «Infinito» contro le infiltrazioni della criminalità organizzata calabrese in Brianza, a fare luce su una serie di omicidi da ricondurre a contrasti interni tra le cosche Gallace e Novella (Carmelo Novella ucciso il 14 luglio del 2008 all’interno di un bar a San Vittore Olona, Rocco Stagno ammazzato il 29 marzo 2010 a Bernate Ticino dentro una cava e Antonio Tedesco, detto «l’americano», assassinato il 27 aprile 2009 a Bregnano in provincia di Como) che hanno portato a 15 condanne all’ergastolo al processo davanti alla Corte di Assise di Milano.

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A fare riferimento all’omicidio di Rocco Cristello è anche la motivazione della sentenza dei giudici del Tribunale di Milano, secondo i quali le indagini dei carabinieri della Compagnia, poi confermate dalla ricostruzione di Belnome, hanno accertato che dietro l’assassinio del capo del Locale di ’ndrangheta di Seregno c’è un dissidio tra Cristello e il cognato Antonio Stagno.

Gli inquirenti avevano osservato che nell’ultimo periodo prima della sua uccisione Rocco Cristello non operava più in accordo con il cognato Stagno, avendo preso al suo fianco Belnome, che proprio Rocco Cristello aveva voluto alla guida del Locale di Giussano. Circostanze confermate poi dallo stesso Belnome, secondo cui «c’era molta invidia e astio tra i cognati Antonio Stagno e Rocco Cristello. Quest’ultimo aveva inizialmente allontanato Antonio Stagno e suo zio Rocco, il 53enne di Varedo zio di Antonio Stagno, e a sua volta vittima di «lupara bianca» il 29 marzo del 2010 e poi era arrivato addirittura ad atti di avvertimento-ritorsione dopo che Antonio Stagno aveva posto in essere, all’insaputa di Rocco Cristello, un’estorsione con un compenso di 400.000 euro senza riconoscere niente al cognato.

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