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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Sette arresti per droga: sgominata banda di pusher nella Brianza monzese

Le indagini sono partite nell'agosto 2015 dopo la morte per overdose di un giovane monzese

Di origine prevalentemente nordafricana, gli spacciatori rifornivano le piazze dello spaccio di parecchi comuni della provincia di Monza e Brianza. In particolare la droga scorreva a fiumi nei popolari quartieri monzesi di San Fruttuoso e San Rocco, ma anche in numerosi comuni della Brianza: il quartiere Meredo di Seregno, e Seveso e Meda. Con incursioni anche a Sesto San Giovanni e a Cinisello Balsamo. Vasto il giro dei clienti: più di cento sono stati segnalati come assuntori di sostanze stupefacenti.

La banda era fondata su una vera e propria piramide gerarchica. In cima c’era Abdelillah Canar, egiziano di 56 anni al quale i pusher dovevano obbedienza assoluta. Si occupava lui di procurare la droga sulla piazza milanese per poi distribuirla alla banda affinché la rivendesse in Brianza e nel Nord Milano. La sua casa di San Fruttuoso fungeva anche da "base", anche se - come vedremo - la droga era custodita soprattutto in auto parcheggiate per la strada.

Con lui, sempre a Monza, tre egiziani che si occupavano di spacciare a San Fruttuoso e San Rocco: Omar Rahmoun (45enne di Santo Stefano Ticino, nel Milanese) e una coppia, formata da Souhail Rahmoun e Dalila El Badaouy, residenti a Magenta. Gli altri tre arresti riguardano Mohamed El Topgy, egiziano di 36 anni, e la compagna romena Diana Soare, 23enne, entrambi abitanti a Monza. Arrestato infine un tunisino di Meda, Haythem Adouani. Mancano all'appello due persone tuttora latitanti.

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Nascondevano la droga all'interno di varie automobili che lasciavano parcheggiate su strada (una tecnica sempre più usata dai "pusher"). I carabinieri hanno individuato una quindicina di auto utilizzate nell'arco dei sei mesi d'indagine, intestate a prestanome o prese in leasing. Le cambiavano spesso, ogni due o tre settimane, quando ritenevano che fossero "bruciate". Per evitare che venissero trovate dalle forze dell'ordine, le spostavano di posto piuttosto di frequente, e comunque dopo le cessioni di droga.

Tenevano i contatti con i clienti attraverso messaggi telefonici: è proprio con i tabulati dell'utenza del 34enne morto che i carabinieri sono risaliti al "capo", con cui il giovane aveva avuto due contatti quella notte, evidentemente per procurarsi la cocaina. Quanto ai luoghi di spaccio, sceglievano vari incroci stradali, la rotonda di San Fruttuoso, lo spazio davanti al Bingo di Monza, i vari ingressi del parco del Meredo, varie vie di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo.

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La conferenza a Milano (Foto Melley/MT)

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