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Cronaca

Dai soldi della 'Ndrangheta alla fortuna dei ristoranti: sequestrati "giro-pizza" e 9 arresti

Sigilli ai locali di Cologno Monzese e Sesto San Giovanni, chiuso per sequestro preventivo anche un hotel a Cinisello e un ristorante a Torino

Un sequestro di beni da dieci milioni di euro, undici indagati, nove persone finite in carcere, tre ristoranti della nota catena di "giro-pizza" in franchising Tourlè sequestrati tra Cologno Monzese, Sesto San Giovanni e Torino e sigilli anche a un hotel a Cinisello Balsamo.

Questi i numeri della maxi indagine condotta dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Milano, dai poliziotti della Divisione Anticrimine milanese, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano che hanno portato a dare esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di nove persone, tutte italiane, residenti tra la Brianza, Milano e il Torinese, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere e trasferimento fraudolento di valori.

Nell'ambito dell'indagine, che è partita dal monitoraggio dell'attività di un soggetto pregiudicato sottoposto all’affidamento in prova, originario della Calabria, in passato indagato con esponenti delle cosche di ‘Ndrangheta Mancuso di Limbadi e Pesce di Rosarno, sarebbe emerso l'interesse dell'indagato - Giuseppe Carvelli - nell'espansione commerciale della catena di ristorazione Tourlè che avrebbe iniziato la "scalata" verso il successo del marchio proprio dalla Brianza con la società che gestiva anche una pizzeria a Bovisio Masciago - la prima dove è stata sperimentata la formula del giro-pizza - e due bar a Limbiate. 

In sostanza, secondo quanto accertato dalla Squadra Mobile e dagli agenti della divisione anticrimine, le società riconducibili all'indagato avrebbero reinvestito in locali al Nord Italia - tra Lombardia e Piemonte - soldi derivanti da attività illecite. Gli agenti, su ordine della direzione distrettuale antimafia, hanno sequestrato beni per oltre dieci milioni di euro, "tra cui quote societarie di alcuni ristoranti appartenenti alla nota catena di giro pizza Tourlè". I locali - spiegano in un comunicato diffuso da via Fatebenefratelli - "sarebbero riferibili, in prima istanza ad un noto pregiudicato contiguo alla criminalità organizzata calabrese". Sei le società che sono state raggiunte da decreti di sequestro preventivi, quattro di queste risultano proprietarie di ristoranti a marchio Tourlé (a Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Milano via Ripamonti e Torino) e di un hotel a Cinisello Balsamo.

Dal sequestro di 2 milioni a pregiudicato alla fortuna dei Tourlé

Giuseppe Carvelli nel 2008 viene arrestato in flagranza di reato con poco più di sei chili di cocaina, 37mila euro, due pistole semiautomatiche e un revolver. Nel 2008 diventa definitivo anche un provvedimento di sequestro, finalizzato alla confisca, emesso nel 2006 da parte del Tribunale di Milano – Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, per i beni di cui si era accertata la provenienza illecita per un valore di 2.250.000,00 euro. A questo punto l'indagato- secondo quanto ricostruito e messo agli atti - sarebbe corso ai ripari e si sarebbe preoccupato di mettere al sicuro i suoi affari coinvolgendo nei propri investimenti soggetti incensurati. 

Per tutelare i beni delle società in cui aveva investito e a lui riconducibili ed evitare accostamenti con il suo nome viene così risolto il contratto di affitto della società Jenver del bar "Il Mago del Caffè" a Limbiate, all'interno del centro commerciale Carrefour e viene ceduta la pizzeria Heigun a Bovisio Masciago che passa ad una società riconducibile al medesimo gruppo dove però non compare alcun collegamento diretto con Carvelli.  Proprio dal locale brianzolo sarebbe iniziata la fortuna della catena dei ristoranti Tourlè: qui infatti per la prima volta viene sperimentata la formula del "giro-pizza". Dopo Bovisio Masciago negli anni si succedono varie aperture di ristoranti. Le prime vicende societarie sono ormai prescritte ma utili per capire i movimenti successivi, compresa la creazione del franchising Tourlé.

Ufficialmente Carvelli non compariva in alcuna delle compagini societarie, ma immediatamente dopo la scarcerazione si è mostrato interessato a tornare a controllare operativamente i locali, lavorando anche in uno di essi, quello di Sesto San Giovanni, e riuscendo a ottenere dal magistrato di sorveglianza l'autorizzazione a presenziare all'inaugurazione della pizzeria di Torino. Diverse le intercettazioni ambientali che mostrano da un lato i rapporti stretti con criminali di grande spessore riconducibili alla 'ndrangheta (che, come nel caso di Torino, hanno manifestato grande "rispetto" per la figura di Carvelli), dall'altro lato la sua capacità di controllare il business.

Si pensi al caso della pizzeria di Cologno Monzese. I soci "ufficiali" erano intenzionati a venderla e hanno compiuto l'operazione all'insaputa di Carvelli che, però, è venuto lo stesso a saperlo e allora, come spiegato dai funzionari di polizia, ha pressoché "costretto" l'acquirente a "restituirgli" il locale, per poi intestarlo a un nipote (anche lui tra gli indagati). 

Chiusi due Tourlè, sigilli ai locali di Cologno Monzese e Sesto San Giovanni 

Nell'ambito dell'indagine sono stati chiusi in seguito a un sequestro preventivo due ristoranti alle porte di Monza del marchio Tourlè: il locale di Cologno Monzese e quello di Sesto San Giovanni. I sigilli sono scattati anche per un hotel a Cinisello Balsamo e per un altro ristorante della catena a Torino. Le indagini e i provvedimenti di sequestro hanno coinvolto complessivamente sei società, quattro di queste risultano proprietarie di ristoranti a marchio Tourlé (a Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Milano via Ripamonti e Torino) e di un hotel a Cinisello Balsamo.

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