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Maltrattamenti in famiglia: in carcere 50enne già con braccialetto elettronico

Aveva violato più volte le disposizioni di non avvicinamento alla famiglia

Gli agenti della squadra mobile della questura di Monza e della Brianza hanno eseguito la misura restrittiva della custodia cautelare in carcere disposta dal gip del tribunale di Monza su richiesta della procura della repubblica, a carico di un 50enne monzese per maltrattamenti in famiglia, quale aggravamento del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico alla casa familiare, divieto più volte e ripetutamente violato dall’uomo. Infatti nel pomeriggio di giovedì, 20 ottobre 2022 gli agenti della squadra mobile della Questura di Monza e della Brianza eseguivano la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, del divieto d’avvicinamento e di dimora a Monza, con la prescrizione delle particolari modalità di controllo del braccialetto elettronico per un cittadino italiano di anni 50 residente in città.

La denuncia 

La donna aveva finalmente trovato il coraggio di denunciare le varie minacce anche di morte: “ti sfregio con l’acido ed andiamo sui giornali”, oltre ai continui maltrattamenti psicologici che da diversi anni lei e i due figli subivano quotidianamente all’interno delle mura domestiche, condotte ancora, come spesso accade, scatenate da una separazione dei coniugi avvenuta successivamente e conseguenza delle azioni dell’uomo. L’immediata attivazione delle procedure del “Codice Rosso”, ha portato, una volta raccolta un’ulteriore denuncia della donna, poiché l’uomo continuava anche dopo la prima denuncia nelle sue condotte vessatorie, all’emissione, da parte del tribunale di Monza, su richiesta della procura della repubblica ed a seguito dell’attività d’indagine condotta dalla squadra mobile, della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, del divieto d’avvicinamento e di dimora a Monza con l’applicazione del “braccialetto elettronico”, eseguita immediatamente dalla squadra mobile.

Già portava il braccialetto elettronico

La particolare modalità di controllo era stata determinata dal comportamento tenuto dall’uomo anche durate il giudizio di separazione: infatti aveva continuato a seguirla e pedinarla da casa appena usciva per qualche commissione e quando era fuori per qualche incontro con le amiche, a messaggiarla di continuo (circa duecento messaggi al giorno), a messaggiare le stesse amiche della moglie per conoscerne i movimenti durante qualche uscita serale o quando si recavano presso la scuola di ballo, fino ad arrivare al danneggiamento dell’auto della moglie. Eseguita la misura del divieto di avvicinamento ed allontanamento dalla casa familiare, con la particolare modalità di controllo del braccialetto elettronico, l’uomo ha da subito dimostrato l’incapacità di rispettare il provvedimento adottato: dopo solo due giorni dall’applicazione della misura, grazie al controllo con il braccialetto elettronico, ne è stata verificata la violazione che è continuata anche nei giorni successivi: infatti grazie all’analisi del tracciato gps del braccialetto è stato possibile verificare che l’uomo si sarebbe intenzionalmente diretto verso la zona del territorio di Monza più lontano dal punto di partenza, in quanto in quel luogo sarebbe stato più probabile avvicinarsi alla donna.

L'uomo è stato portato in carcere

Pertanto, in considerazione dell’entità e della pluralità delle trasgressioni, unite all’inconsistenza delle ragioni che le avrebbero giustificate ed al comportamento dell’uomo volto a cercare un contatto o un’occasione di incontro con la donna, hanno determinato il convincimento dell’autorità giudiziaria circa l’inidoneità delle misure in atto, con la conseguente decisione di applicare allo stesso la custodia cautelare in carcere.

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