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Cronaca Renate

In posta per il reddito di cittadinanza con un bambino (non suo) e documenti falsi: arrestata

La donna, 44 anni, si è presentata agli sportelli dell’ufficio postale di Renate per ottenere la carta elettronica Reddito di Cittadinanza con un bambino di 11 anni al seguito. Per la 44enne sono scattate le manette

Si è presentata con un bambino di undici anni che non era suo figlio e con dei documenti falsi agli sportelli dell'ufficio postale di Renate, in Brianza, per ritirare la carta per il Reddito di Cittadinanza. E anzichè il beneficio economico per la signora, 44 anni, cittadina romena, sono scattate le manette. E' successo nella mattinata dello scorso 4 febbraio quando in posta sono intervenuti i carabinieri della stazione di Besana Brianza.

A chiamare i militari è stato lo stesso addetto che stava gestendo la pratica perchè aveva notato un atteggiamento strano da parte della donna, eccessivamente sospetto. E così con una scusa l'ha fatta attendere e in pochi istanti nell'ufficio postale sono arrivati i carabinieri. La 44enne in Italia senza fissa dimora, pregiudicata per reati contro la legge sull'immigrazione, aveva presentato istanza presso l’INPS e aveva già ottenuto il codice pin per il ritiro ma la carta d’identità romena e l’attestazione di soggiorno permanente per cittadini dell’Unione Europea e il certificato di attribuzione del codice fiscale - cioè tutti i documenti presentati per ottenere il beneficio - sono risultati falsi.

Per la signora è dunque scattato l'arresto per tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. E una denuncia per falsa attestazione e falsa dichiarazione a un pubblico ufficiale, tentato errore determinato dall’altrui inganno e altri resti connessi alla falsificazione dei documenti. Ora è stata sottoposta all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Il bambino che accompagnava la donna e con cui la 44enne non ha rapporti di parentela diretta, dopo gli accertamenti del caso, è stato affidato ai propri familiari. E proprio il piccolo è risultato avere con sè i reali documenti di identità della donna. 

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