rotate-mobile
Cronaca Misinto

Auto rubate in un minuto nei parcheggi Atm, scoperto deposito a Misinto

Nell'ambito dell'Operazione Dabol - iu" sono finiti in manette due fratelli italiani, autori materiali dei furti dei veicoli: G.C. di 68 anni di Grezzago e C.W.C. 63enne di Carvico

Erano innamorati dei Volkswagen T-Roc e T-Cross. Ogni volta che ne vedevano uno all'interno dei parcheggi Atm di San Donato e Cascina Gobba, in particolare, rompevano il deflettore posteriore, entravano nell'abitacolo, sostituivano la centralina, spaccavano il bloccasterzo, mettevano in moto e andavano. Sono stati scoperti e arrestati dagli uomini del Compartimento polizia stradale di Milano, che hanno trovato un capannone riconducibile ai due a Misinto, in provincia di Monza e Brianza. Ci nascondevano complessivamente 29 auto smontate e all'interno c'erano altri tre uomini, anche loro arrestati.
È quanto portato a termine dalla polstrada con "l'Operazione Dabol - iu". A finire in manette sono due fratelli italiani, autori materiali dei furti dei veicoli: G.C. di 68 anni di Grezzago (Mi) e C.W.C. 63enne di Carvico (Bg). Sono stati riconosciuti dai filmati delle telecamere di sicurezza di Cascina Gobba da uno dei poliziotti impegnati nell'indagine, cominciata a settembre a seguito di una anomala impennata dei furti nei parcheggi Atm. 

Furti di auto nei parcheggi di Atm

Arrivavano su una Fiat Panda Beige nei parcheggi, stando a quanto ricostruito dalle indagini dirette dal Sostituto Procuratore Andrea Fraioli della Procura della Repubblica di Milano. Giravano alla ricerca delle Volkswagen, la rubavano in un minuto, modificavano le targhe usando del nastro adesivo nero e poi fuggivano via. 
Durante tutto il tragitto attivavano un Jammer per inibire l'eventuale gps presente in auto. Poi le 'abbandonavano' per alcuni giorni nel parcheggio di un condominio in via Abruzzi, in zona Redecesio a Segrate (Mi). Lo facevano per capire se nel frattempo la polizia si presentasse a riprendere le vetture. Dopo alcuni giorni, le portavano via. I poliziotti hanno accertato che almeno quattro delle 29 auto ritrovate erano state rubate così. 
A tradirli è stato proprio questo loro modus operandi. Durante una delle 'soste' nel parcheggio di via Abruzzi. In un'occasione, gli agenti hanno piazzato un loro gps su una T-Cross ritrovata lì con il finestrino spaccato ma riparato con una plastica, proprio come facevano i due fratelli. Finalmente, dopo giorni d'attesa, giovedì 5 dicembre il gps si è mosso ed ha portato i poliziotti direttamente ad un capannone in via dei Guasti. 

Il capannone in Brianza e le auto vendute sul mercato polacco

Durante il loro blitz nell'area, riconducibile proprio ai due fratelli, i poliziotti trovano una vera e propria catena di smontaggio: con auto cannibalizzate e smontate di ogni loro componente. C'erano in tutto 29 motori, alcuni dei quali già imballati su pallet che con molta probabilità - questa l'ipotesi degli investigatori - venivano spediti in Polonia.
A portare su questa strada, oltre a una conferma dell'Interpol sul mercato florido delle auto ricettate nel sud dello stato europeo sono alcuni elementi ritrovati sul posto. Primo fra tutti un camion con targhe polacche. Ma era la nazionalità anche di uno degli uomini intenti a smontare le vetture, un 62enne, L.A.R. Con lui c'erano anche due marocchini, T.M. e A.A., rispettivamente di 41 e 30 anni. Il trio è stato fermato per riciclaggio e ricettazione. 
Durante i controlli, oltre alle vetture - si pensa che tutte le componenti meccaniche venissero imballate e rivendute mentre il telaio veniva distrutto - c'erano 1.500 euro in contanti, il jammer e anche i vestiti con i quali i due fratelli andavano a rubare. Ora le indagini proseguono per capire quale fosse il mercato della banda e se oltre alle persone arrestate ci fossero altri criminali coinvolti.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Auto rubate in un minuto nei parcheggi Atm, scoperto deposito a Misinto

MonzaToday è in caricamento