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Venerdì, 29 Marzo 2024
Indagini / Seveso

L'autofficina abusiva scoperta e sequestrata dalla guardia di finanza in Brianza

Dagli accertamenti dei finanzieri è emerso anche che la consorte del titolare, nonostante l'attività avviata e le auto intestate all'uomo, percepiva il reddito di cittadinanza

Un'autofficina completamente abusiva, senza alcuna autorizzazione. Questa la scoperta fatta dalla guardia di finanza del comando provinciale di Monza che a Seveso ha fatto scattare i sigilli per l'attività.

I controlli delle Fiamme Gialle si sono concentrati in un quartiere periferico di Seveso dove era in funzione l'attività che non aveva alcun titolo autorizzatorio. L'autofficina abusiva è stata scoperta all'interno di una proprietà privata non destinata ad uso commerciale accanto a una impresa di rivendita di ricambi. Nell'area sono stati rinvenuti macchinari e attrezzature meccaniche strumentali all’attività di autoriparazione e carrozzeria insieme a ricambi e parti di veicoli smontati, di fatto - spiegano dal comando provinciale della guardia di finanza di Monza - "utilizzati dal titolare per effettuare un primo restyling e rendere più appetibili gli automezzi usati commercializzati".

Il materiale e le attrezzature sono state sequestrate e il titolare è stato segnalato alla Camera di Commercio di Milano-Monza-Lodi per l’applicazione di sanzioni amministrative previste. Nel sito sono stati rinvenuti anche rifiuti speciali per cui i finanzieri, per gli adempimenti di competenza, hanno coinvolto la polizia provinciale di Monza e della Brianza ai fini della formalizzazione delle presunte ipotesi delittuose ricadenti nel novero dei reati ambientali.

Secondo quanto emerso dalle indagini dal 2016 al 2021 il titolare dell’attività non aveva mai ottemperato agli obblighi dichiarativi ai fini fiscali, con ricostruzione ex novo di ricavi sottratti alla pretesa erariale per oltre 500 mila euro. I controlli si sono poi estesi anche alla famiglia dell’imprenditore e finanzieri hanno accertato che la moglie dell'uomo percepiva indebitamente il reddito di cittadinanza nonostante l'impresa del consorte e le numerose auto a lui intestate. La donna è stata così denunciata ed è stata fatta una segnalazione all’I.N.P.S. per l’attivazione dei provvedimenti di decadenza, revoca, sospensione o riduzione dei benefici illecitamente erogati. Il presunto debito ammonta a circa 23mila euro 

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