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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

"Ci dai una sigaretta?" poi le botte e i calci in pancia anche alle ragazze

Scene di violenta follia nelle serate della movida monzese. Ora 13 giovanissimi sono indagati

Violenti, forti in gruppo e senza scrupoli. Botte, pugni e rapine in strada, in centro città, solo per vendicare uno sgarro: il rifiuto di un drink o di una sigaretta o ancora uno sgaurdo di troppo. E nel mirino della baby gang che in due mesi ha messo a segno almeno sette pestaggi e aggressioni nelle vie della movida monzese sono finite anche delle ragazze. Le vittime hanno quattordici anni e si sono beccate dei violenti calci nello stomaco solo per aver preso le difese di un amico che un sabato sera, mentre era in compagnia di alcuni coetanei sul Ponte dei Leoni, è stato avvicinato dal branco che gli ha chiesto una sigaretta. E al rifiuto - perchè era l'ultima del pacchetto - ha "pagato" con le botte. 

Chi sono i giovanissimi della baby gang

Ora nei guai sono finiti tredici giovanissimi, tre ragazzi maggiorenni tra i 18 e i 20 anni e dieci minorenni, indagati a vario titolo per rapina, percosse e lesioni gravi. I minori hanno tra i 15 e i 17 anni, italiani e alcuni di origine marocchina, sono quasi tutti di Monza (due sono residenti a Desio e Lissone) e studiano, alcuni anche nella stessa scuola. E abitano tutti in periferia, lontano dal centro dove invece si davano appuntamento per le serate del weekend e dove spadroneggiavano con violenza e aggressività.

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Tutti risultano indagati nell'ambito di una indagine condotta dai carabinieri della compagnia di Monza per una serie di rapine violente e pestaggi avvenuti tra agosto e settembre 2021 in città. I militari hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura della Repubblica di Monza per tre persone mentre dieci minori sono stati raggiunti da una notifica di informazione di garanzia e sul diritto di difesa, emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni dei Milano. Giravano sempre in gruppo, in sei o sette. E quando qualcuno prendeva l'iniziativa, il branco colpiva. Così forte che, in alcuni casi, qualcuno degli stessi membri si spaventava: scappava o si tirava indietro, cercando di fermare gli amici. E così è successo anche in una serata d'estate in via Bergamo dove una delle vittime, colpita da una bottigliata in fronte, ha perso i sensi. E qualcuno ha suggerito agli amici di fermarsi e scappare. 

Bottigliata in fronte fino a far perdere i sensi a un ragazzo

E' successo una sera d'estate quando la comitiva di giovanissimi dopo aver suonato un citofono di uno stabile ed esser scappata via, passando, ha urtato alcuni ragazzi intenti a bere una birra lungo il tratto. Questi hanno chiesto di prestare attenzione e in risposta alle parole hanno trovato le botte. Secondo quanto messo agli atti uno è stato colpito con una bottigliata alla testa così violenta da fargli perdere i sensi mentre l'amico è stato ragiunto a terra da un calcio in faccia. Dopo l'aggressione poi la baby gang si è allontanata. Sono almeno sette gli episodi finiti agli atti nell'ambito dell'indagine e in un caso, secondo quanto emerso, a finire nel mirino del branco è stato un ragazzo colpevole di aver avuto - due anni prima - un litigio con uno dei membri della baby gang. 

Le indagini

I carabinieri hanno iniziato a indagare a fine estate dopo una serie di aggressioni, rapine e pestaggi avvenuti in centro Monza, nelle zone della movida nel fine settimana. Insieme alle testimonianze e alle riprese delle immagini di videosorveglianza, i militari - con l'ausilio della Sezione Investigazioni Scientifiche del comando provinciale di Monza - hanno ricostruito vari episodi di violenze e pestaggi. "Gli indagati, di età compresa fra 15-20 anni, agendo a piccoli gruppi, talvolta armati di tirapugni e bottiglie di vetro, si scagliavano contro la vittima, circondandola e colpendola ripetutamente, cagionando, in alcuni casi, gravi ferite (talvolta non refertate per timore di ritorsioni)" spiegano dal comando dell'Arma. Molte delle vittime per paura di ritorsioni non solo non hanno denunciato ma non si sono nemmeno rivolti al pronto soccorso per le cure mediche. 

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