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Cronaca

Bancarotta fraudolenta e abuso d'ufficio: arrestati tre imprenditori e un commercialista

Nell'ambito dell'indagine "Project" sono stati coinvolti anche un terzo imprenditore e il padre del commercialista arrestato, anche lui noto professionista

Prima è toccato a un imprenditore brianzolo, a un commercialista e a una mediatrice immobiliare, arrestati dalla Guardia di Finanza di Monza con l'accusa di corruzione e turbativa d'asta per una presunta procedura pilotata per la gara di assegnazione del capannone della Panem a Muggiò. Ora invece gli uomini delle Fiamme Gialle monzesi, guidati dal Colonnello Massimo Gallo, hanno dato esecuzione nell'ambito dell'operazione "Project", a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari e interdittiva, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Monza, nei confronti di quattro imprenditori e due commercialisti brianzoli (padre e figlio), collaboratori del Tribunale di Monza con incarichi di curatori fallimentari in numerose procedure concorsuali e custodi di beni pignorati.

Le indagini

Secondo quanto emerso dalle indagini infatti, in seguito al fallimento di una società di Monza operante nel settore dell’installazione di impianti elettrici, il curatore fallimentare ha rilevato alcune anomalie nella gestione dell’impresa relativa al periodo immediatamente precedente al fallimento, dichiarato a gennaio del 2016. Dai riscontri è emrsa l’esecuzione di pagamenti “preferenziali” (per un importo complessivo di 100.000 euro) nei confronti di soci e professionisti e la costituzione di una nuova società, con il medesimo oggetto sociale dell’impresa fallita, nella cui compagine sociale figurava come socio di maggioranza un noto commercialista brianzolo.

Per fare chiarezza sulle presunte irregolarità, la Procura della Repubblica di Monza ha affidato le indagini alla Guardia di Finanza che ha approfondito la situazione amministrativa e contabile della società fallita anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali.

Le irregolarità

Le Fiamme Gialle hanno accertato l’avvenuta distrazione di due rami d’azienda della fallita a beneficio della nuova società – appositamente costituita per “svuotare” il soggetto in crisi – in assenza di qualsiasi contratto e/o corrispettivo. Nel realizzare tali condotte illecite i tre imprenditori hanno ricevuto il contributo determinante di due commercialisti brianzoli che hanno fornito, da un lato, ausilio tecnico per sottrarre alla società fallita i rami d’azienda e, dall’altro, la disponibilità nell’occultare la reale titolarità dell’impresa neo-costituita – riconducibile ai predetti tre imprenditori – mediante l’intestazione fiduciaria del 95% delle quote di quest’ultima. Il commercialista più giovane ha anche agito in evidente conflitto di interessi poiché seguiva come clienti dello studio del padre i tre imprenditori nonostante fosse anche custode giudiziario, nominato dal Tribunale di Monza, di un immobile pignorato alla società fallita. Per questo motivo risulta, inoltre, indagato per il reato di abuso di ufficio per aver omesso di esigere canoni di locazione dall’occupante del citato immobile, procurando in tal modo un ingiusto vantaggio (pari a circa 300.000 euro) alla società poi fallita che, in forza del contratto di locazione, continuava ad incassare i relativi canoni. Nel corso delle indagini, i Finanzieri hanno poi accertato un singolare episodio distrattivo commesso sempre dai medesimi imprenditori (padre e due figli) nell’ambito di un’altra procedura fallimentare nell'ambito della quale hanno espiantato dal giardino di pertinenza di un immobile di proprietà della società fallita alcuni alberi di pregio (un ulivo secolare e due pini), da vendere a terzi interessati, sottraendoli alla massa fallimentare.

Gli arresti

Le risultanze investigative acquisite dalla Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza, hanno, quindi, portato all’emissione da parte del G.I.P. di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dei tre soci della fallita e del più giovane dei dei commercialisti, nonché di divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche (per la durata di 6 mesi) nei confronti dell’amministratore della società neo-costituita e di divieto temporaneo di esercitare la professione di commercialista (per la durata di 6 mesi) nei confronti dell’altro professionista.

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