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"I simboli dell'Arma nei secoli", presentato il calendario 2017

La divisa, l'elmo dei Corazzieri, la daga e ancora l'Alamaro. Il calendario 2017 dell'Arma omaggia i simboli che nei secoli hanno rappresentato l'essenza della missione dei Carabinieri

L’uniforme in copertina, segno tangibile della divisa al servizio della comunità, la carabina da cui l’Arma dei carabinieri prende il nome, l’Elmo dei Corazzieri, la Daga, il Basco e soprattutto l’umanità che oltre l’uniforme contraddistingue da sempre l’Arma.

Il Calendario 2017 dell’Arma dei Carabinieri quest’anno è dedicato ai Simboli che nei secoli, hanno rappresentato i Carabinieri e hanno accompagnato la storia dell’Arma a partire dal 1814, anno della Sua fondazione.

Calendario dell'Arma dei Carabinieri 2017

“I simboli sono rappresentazioni estetiche dell’essenza; essi colgono in profondità meglio il cuore delle cose. E’ dunque ai propri simboli che l’Arma dedica l’edizione 2017 del Calendario Storico, presentandoli attraverso i diversi stili con i quali l’arte grafica si è manifestata nel tempo” spiega il Comandante Generale Tullio Del Sette nella prefazione del calendario che giovedì scorso è stato presentato in anteprima a Monza, presso il comando dei carabinieri di via Volturno dal Colonnello Rodolfo Santovito, comandante dei carabinieri del Gruppo di Monza.

Anche quest’anno al progetto artistico hanno collaborato Gillo Dorfles, Philippe Daverio e Silvia Di Paolo. Le tavole del calendario 2017 che riprendono i simboli dell’Arma attraverso i secoli tratteggiati grazie ai diversi stili artistici, dalla divisa alla daga, dall’elmo dei corazzieri fino all’Alamaro, a destra presentano il ritratto del simbolo mentre a sinistra, nella stessa grafica, la pagina correlata contiene notizie storiche e artistiche sull’illustrazione.

Ecco la presentazione delle tavole dal Calendario dalla prefazione del Comandante Generale Tullio Del Sette.

"La tavola di Gennaio non poteva che essere dedicata alla Carabina, dalla quale l’Arma prende il nome, realizzata in una grafica ottocentesca; fa da scenario la città di Torino dove i Carabinieri sono nati con le Regie Patenti del 13 luglio 1814. In quella di Febbraio, nello stile Vittoriano, per noi Umbertino, tipico della seconda metà dell’800, campeggia, altero e maestoso, l’Elmo dei Corazzieri con, sullo sfondo, la Firenze capitale d’Italia che, nel 1868, li tenne a battesimo. A Marzo è l’Art Nouveau, raffinata espressione artistica e culturale di fine ‘800, a rievocare, con le sue forme sinuose ed eleganti, la Daga del Carabiniere. Per Aprile, il tratto sobrio e raffinato del Wiener Werkstätte, in voga ai primi del ‘900 in una Vienna cuore pulsante della cultura europea, esalta l’Alamaro dei nostri colletti. Il Futurismo, pressoché coevo e più italiano, fa da cornice, nel mese di Maggio, alla Bandoliera e alla inscindibile Giberna, segni inconfondibili del Carabiniere in servizio. La Banda Rossa dei pantaloni, ulteriore arcinoto e antichissimo nostro segno, viene proposta nel mese di Giugno nello stile Bauhaus degli anni ’20 del secolo scorso, in uno scenario originalissimo ed evocativo. Nella doppia pagina centrale la Fiamma, con un segno grafico contemporaneo, è proposta in una elaborazione geometrica nitidissima, cristallina come l’Arma; essa filtra la luce chiara e intensa della passione e della dedizione del Carabiniere, trasformandola nei colori della Bandiera, a testimonianza del quotidiano e generoso impegno per l’Italia e gli Italiani. La narrazione prosegue nei mesi di Luglio e Agosto con due elementi uniformologici: il Pennacchio rosso-blu della Grande Uniforme Speciale, a simboleggiare con i suoi colori il coraggio e la fedeltà, e il Mantello, foderato di saglia rossa; immagini dell’Arma tra passato, presente e futuro. A rappresentarli, rispettivamente, gli stili Art Déco e Razionalista, espressioni della grafica degli anni ‘30 e ’40 del ‘900. Le rotonde forme dell’Optical Art degli anni ‘60 disegnano, per Settembre, la Lucerna, emblematico copricapo del Carabiniere dalle origini. La tavola in stile Hippie degli anni ’70 del mese di Ottobre è dedicata al Basco: le sue diverse colorazioni richiamano i reparti che lo indossano, dal blu tradizionale, al rosso dei Cacciatori, all’amaranto dei Paracadutisti, al nero della Linea Mobile, al celeste dei Carabinieri delle missioni ONU e al verde di quelli Forestali. La Saetta e il numero di emergenza 112, espressioni visive del nostro Pronto Intervento, vengono illustrati nell’inconfondibile stile Pop degli anni ’80 nella tavola di Novembre; sono segni di efficienza che, rapidi e incisivi, si dirigono verso l’abitato per garantirne la sicurezza. La grafica contemporanea del mese di Dicembre propone il polso di un Carabiniere il cui orologio ci rivela cos’è l’Arma: l’insieme armonico, di tutti i suoi Carabinieri - richiamati dai gradi in cerchio della pagina a fianco - che animano, compatti, le sue componenti, evidenziate cronologicamente dai Simboli che le contraddistinguono, dall’ultrabicentenaria Territoriale, alla nuova Forestale. Esse, come perfetti ingranaggi di un organismo performante e vibrante, con la loro efficacia, autonoma e sinergica, rendono l’Arma così attenta, efficiente e utile e le consentono di guardare al futuro con ben riposta fiducia. Nella tavola finale, sublimata dalla pagina a fianco che rende il tradizionale, doveroso omaggio alle decorazioni concesse alla nostra Bandiera e ai nostri Eroi, si ribadisce, con una tecnica affatto moderna e avveniristica, l’imprescindibile valenza dell’elemento umano che, per il Carabiniere, viene prima di ogni altro, professionale e tecnico. In carattere “Helvetica”, il più diffuso al mondo, le parole Etica alla base e, quindi, Onore, Integrità, Rispetto, Competenza, Impegno, Efficienza, Coesione, Serenità, Tradizione, Fedeltà e, infine, Fede, attraverso gli elementi orizzontali delle “E” che li accomunano, costituiscono i pioli di quella scala di virtù e qualità, ideata ancora da Milani, che conducono alla Fiamma dell’inconfondibile Berretto rigido nero, che le racchiude tutte: faro che illumina lo sguardo, l’orizzonte, il pensiero e l’azione, come dev’essere fuoco che scalda il cuore, del Carabiniere. Traspare il volto, assorto, impegnato e sereno, dello stesso giovane commilitone che in copertina, si affianca a quello più anziano, ispirato dagli stessi valori”.

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