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Com. Stampa: Convegno sul maltrattamento infantile al CAM

Nel Convegno organizzato dal CAM di Monza il Prof. Pietro Ferrara, Presidente Nazionale della Commissione sul Maltrattamento della Società Italiana di Pediatria, ha illustrato gli aspetti caratterizzanti il problema

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MonzaToday

Comunicato Stampa

ASPETTI MEDICI E PSICO-SOCIALI DEL MALTRATTAMENTO INFANTILE … L'ISOLA CHE NON C'È’!

Monza, 25 maggio 2012 - Si è tenuto mercoledì 23 maggio l'incontro organizzato da CAM, Centro Analisi Monza, dedicato agli aspetti medici e psico-sociali del maltrattamento infantile.

Una ricca platea di pediatri, medici, assistenti sociali, avvocati ma anche di volontari e genitori ha seguito il Convegno curato dal Prof. Pietro Ferrara, Docente di Pediatria presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore e presso l'Università Campus Bio-Medico di Roma. La serata è stata introdotta dal Dott. Maurizio Biraghi, Coordinatore del Comitato Scientifico di CAM e ha visto, tra gli ospiti, il Dott. Stefano Carugo, Consigliere Regionale ed ex Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Monza il quale è intervenuto sottolineando l’importanza di momenti formativi e culturali che affrontino questa tematica critica e delicata.

“La problematica del maltrattamento è un fenomeno sommerso, caratterizzato da un alto indice di occultamento che causa difficoltà nell’individuazione e nella risoluzione del problema – ha spiegato il Prof. Ferrara - è importante interpretare e capire al più presto i segnali che i bambini ci possono dare, perché il child abuse lascia sempre un segno indelebile nella vita delle vittime. Comportamenti regressivi, disturbo nel comportamento alimentare, linguaggio inappropriato, cambiamento di umore e abitudini, disturbi del sonno e propensione all’isolamento sono campanelli di allarme che devono spingere gli operatori ad andare a fondo nell’analisi del problema poiché sono espressioni di richieste di aiuto da parte dei piccoli che potrebbero celare situazioni di maltrattamento. I dati esistenti risultano essere tristemente impressionanti – continua l’esperto -  in assenza di particolari fattori di rischio la probabilità che un bambino sia vittima di una qualche forma di maltrattamento è di circa il 5%. Inoltre nella fascia di età compresa tra 1 e 4 anni le violenze ed i maltrattamenti sono la quarta causa di morte e, tra queste, la grande maggioranza avviene tra le mura domestiche”.

I medici hanno una grande responsabilità: siano essi pediatri o professionisti di medicina generale, potrebbero essere i primi a scoprire dietro a lesioni, traumi o segni fisici, situazioni famigliari difficili che, se non risolte, rischiano di alterare l'equilibrio psico -fisico del bambino, con effetti devastanti sulla sua personalità in formazione. Durante l'incontro si è sottolineato come purtroppo l'informazione a riguardo sia ancora insufficiente e caratterizzata da pochi studi accademici.

"Nel 2011 è stata creata, nella Società Italiana di Pediatria, una Commissione dedicata ai maltrattamenti infantili – spiega il Prof. Ferrara – e questo ci fa comprendere come il lavoro da svolgere sia ancora in fase di strutturazione, ma rappresenti una vera emergenza sociale. E' importante che ci sia una formazione capillare e che gli operatori coinvolti nel processo di crescita della persona sappiano interpretare correttamente, e il prima possibile, i segnali di malessere causati da maltrattamento. La violenza non è solo quella fisica, che determina ecchimosi, ustioni, o altre lesioni cutanee ben evidenti, ma è anche psicologica, invisibile e dunque insidiosa, difficile da individuare soprattutto in quei bimbi che, per reazione, si chiudono in sé riducendo il contatto con il mondo circostante".

L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto Costruttori di Salute, che prevede un calendario di iniziative a carattere divulgativo e attività di informazione medico – scientifica, volte al coinvolgimento della cittadinanza, in vista dell’apertura della nuova sede CAM in Viale Elvezia, a Monza. Con tali iniziative CAM intende proporsi come soggetto attivo nella stessa "costruzione" della salute dei cittadini e nelle attività finalizzate allo sviluppo della cultura della prevenzione.

 

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