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Estate dietro alle sbarre: ecco perché ci sono troppi cani nel canile brianzolo

Sono oltre 50 i cani in attesa di una famiglia

Cibo, affetto e cure certamente non gli mancano. Ogni giorno i volontari li seguono per le passeggiate e le uscite. Ma resta sempre una vita dentro a un box. E sono tanti i cani che in questa torrida estate 2022 sono accolti nel canile dell'Enpa di Monza. Un rifugio fiore all'occhiello che tutta Italia ci invidia, ma ben lontano da quella casa dove - alcuni di questi cani - sono cresciuti.

53 cani all'Enpa di Monza

Numeri alla mano sono 53 i cani ospitati nel rifugio di via San Damiamo in attesa di trovare una famiglia, ma 27 sono cani di difficile adozione animali con problemi caratteriali e di gestione spesso frutto di adozioni fatte con troppa leggerezza. Nel frattempo c'è un calo nella richiesta di adozioni: 7,75% in meno rispetto a un anno fa. I numeri, se confrontati con quelli degli anni passati, non lasciano possibilità a fraintendimenti: dall’1 gennaio al 27 luglio del 2020 sono stati ceduti all’Enpa di Monza 28 cani, ma quello del lockdown è stato anche l’anno delle numerose adozioni, nel 2021 sono state 29, e quest’anno sono già 21 con oltre 50 richieste e molte domande di aiuto per la gestione casalinga.  A questi numeri vanno aggiunti quelli di 70 gatti in attesa di trovare una famiglia. 

Pochi abbandoni (per fortuna)

Ma perché nel canile di Monza (ma non solo) ci sono così tanti cani in attesa di adozione? "Il problema non sono gli abbandoni, ma le cessioni - spiega Giorgio Riva, presidente dell'Ente nazionale protezione animali di Monza -. Fortunatamente qui in Brianza non ci sono episodi di abbandono e di randagismo come invece avviene in altre regioni. Quando recuperiamo cani nei giardini e lungo la strada nella stragrande maggioranza di casa si tratta di animali che erano scappati e che, grazie al microchip, riusciamo a restituire rapidamente al proprietario". Poi ci sono i casi - anche a Monza e Brianza - di cani che vengono trovati nelle aree recintate: privi di microchip e di medaglietta. "In questo caso si tratta, molto probabilmente, di cani che provengono dal Sud e che sono stati adottati non attraverso associazioni o enti, ma sulla scia di foto su Facebook - prosegue Riva -. Cani di difficile gestione che vengono quindi abbandonati nei giardini".

In aumento le cessioni

Ma i box a Monza sono tornati a riempirsi a causa delle cessioni. "Tante le persone che, ancor prima delle vacanze estive, sono venute in Enpa per cederci il cane - spiega il presidente -. Ci dicono che non possono più tenerlo perché hanno allergie, devono trasferirsi all'estero, cambiano casa e nella nuova non possono portare il loro amico a quattro zampe". Poi ci sono quelli che hanno problemi economici o che, acquistato o adottato il cucciolo, si accorgono che cresciuto diventa difficile gestirlo. "In questi casi, prima di arrivare alla cessione, tentiamo altre strade. Mettendo anche a disposizione gratuitamente i nostri educatori cinofili, o in caso di difficoltà economiche andando in aiuto con pappe e visite veterinarie", precisa Riva. Ma nella maggior parte dei casi il problema è solo una scusa, perché la volontà è quella di cedere il cane.

I cani che cercano una famiglia

"La maggior parte delle cessioni non sono di cuccioli, o di cani di piccola taglia - aggiunge Riva -. Il nostro rifugio si sta riempiendo, come molti canili italiani, di amstaff e pitbull non certo di barboncini o maltesi". Cani ai quali bisogna dare una seconda chance, ma per farlo servono tempo e pazienza con adeguati percorsi con i volontari e gli educatori. "Perché una volta che la porta del box si apre per andare in una famiglia quel cane non debba mai più tornare indietro", ricorda Giorgio Riva. Per chi vuole dare una seconda chance ai cani del canile di Monza ecco che cosa fare. 

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