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Cronaca

Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale: il 2020 un anno di recuperi e di controlli sul web

I militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza presentano il bilancio delle attività del 2020: il lockdown ha fermato i furti, ma non il lavoro dei carabinieri monzesi

Nel 2020 stop ad aste e compravendite, zero furti di beni culturali, nessun furto in musei, pinacoteche, archivi e biblioteche, mentre sono stati 9 i furti messi a segno nelle chiese. Ma i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza non si sono fermati nella loro attività, puntando soprattutto sulla prevenzione anche attraverso la rete e restituendo ai legittimi proprietari  diverse opere trafugate da decenni.

I numeri dell'attività nel 2020

I controlli sul commercio dei beni culturali sui diversi siti di riferimento è aumentato del 84,27%; quelli delle aree tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali della Lombardia  sono cresciuti del 236%. Sono stati oltre 2.500 i beni controllati nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (principalmente opere d'antiquariato e reperti di interesse archeologico). 

Sul piano repressivo, i Carabinieri del TPC lombardo hanno denunciato all’autorità giudiziaria 92 persone (+19,48% rispetto all'anno precedente), responsabili di aver violato le norme del codice penale e quelle che tutelano il patrimonio culturale nazionale (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio): nella maggior parte dei casi si tratta di reati di furto, ricettazione di opere di provenienza illecita e contraffazione di dipinti di arte moderna e contemporanea.

Le opere recuperate

Le attività di polizia giudiziaria hanno consentito di recuperare e sequestrare 1.174 beni, di cui 393 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 571 reperti archeologici e 210 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in oltre 2milioni e 500mila euro per i beni culturali e di quasi 4milioni e 500mila euro per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come autentici.

Le operazioni più importanti

L'arresto a Torino, al termine di un’articolata attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica di Milano (per la parte italiana) e coordinata a livello internazionale da Europol ed Eurojust, agenzie finalizzate alla lotta al crimine internazionale in territorio europeo, in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dall’Autorità Giudiziaria inglese, di un quarantenne rumeno, appartenente a un’organizzazione criminale dedita alla commissione di furti in Gran Bretagna. L'indagine era partita nel 2017 dalla Metropolitan Police di Londra e l’Ispettorato Generale della Polizia rumena, a seguito del furto di 260 libri antichi, del valore commerciale di 2 milioni di sterline britanniche (oltre 2 milioni di euro) avvenuto nel gennaio 2017 in Inghilterra. L’attività investigativa, durata appena tre settimane, ha portato all’arresto dell’uomo che aveva nella casa presa in affitto nel capoluogo piemontese preziosi libri, di notevole rilevanza storica.

Il rimpatrio del dipinto a olio su tela “Maternità” dell’artista bolognese Carlo Cignani (1628-1719) è stato recuperato dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza. L’opera era stata rubata da un’abitazione di Calco, in provincia di Como, nel 1975. Il recupero dell’opera è stato possibile grazie alle attività di controllo e alle mirate verifiche che il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale  svolge sui cataloghi d’asta nazionali ed esteri.  L’indagine era stata avviata nella primavera del 2018 dai Carabinieri monzesi su segnalazione dei militari della Sezione Elaborazione Dati del Comando TPC, che gestisce la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo. I Carabinieri del Reparto specializzato dell’Arma avevano individuato il bene su un catalogo di una nota casa d’aste bavarese che lo offriva da una base di partenza di 8mila euro.

Il recupero di uno stemma scultoreo in bronzo fuso con le armi dei nobili Poldi Pezzoli, realizzato dall’artista lombardo Lodovico Pogliaghi trafugato nel  1946 durante l'apertura del cantiere per i lavori di ricostruzione postbellica del palazzo, gravemente danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.  Il recupero è stato reso possibile grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città Metropolitana di Milano e con il Museo Poldi Pezzoli. L’indagine era stata avviata nel  2018, quando la Soprintendenza aveva comunicato ai militari di aver appreso della vendita da parte di una nota casa d’aste ligure di uno stemma scultoreo in bronzo.

Il sequestro del dipinto a olio su tela raffigurante la “Morte di San Giuseppe”, attribuito alla bottega di Luca Giordano (1634-1705) o verosimilmente all’artista stesso, unitamente alla Sezione Operativa Territoriale doganale di Orio al Serio (in provincia di Bergamo), negli spazi doganali dell’aeroporto internazionale bergamasco “Caravaggio”. L’8 ottobre 2020 l’opera giungeva nello scalo orobico con una spedizione proveniente da New York. Le prime indagini svolte dai militari brianzoli hanno consentito di appurare che il bene era stato illecitamente esportato dal proprietario, un quarantanovenne romano, senza la prescritta autorizzazione dell’Ufficio Esportazione del Ministero della cultura.

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