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Cronaca Giussano / Via Caimi

"Non ci sono soldi": e il ragazzo autistico non può andare a scuola

Per lui l'inizio dell'anno scolastico era una gioia. Ma il Comune di Carate ha finito il soldi per gli educatori, così Gabriele (15 anni) non può più frequentare le superiori. Il preside dell'istituto d'arte di Giussano scrive una lettera alle istituzioni

CARATE BRIANZA - «Mamma, quanti giorni mancano all’inizio della scuola»? Per Gabriele (il nome è di fantasia), un ragazzino autistico di 15 anni, il primo suono della campanella era tutt’altro che un incubo. Non vedeva l’ora di rivedere i prof e di riabbracciare i suoi compagni. E un mese prima aveva già iniziato a fare il conto alla rovescia. Ma ora che l’anno scolastico è ripartito, lui non può andare a scuola.

TAGLI - Colpa dei tagli all’istruzione. Il Comune di Carate Brianza non ha più i fondi per pagare l’educatore. E il Provveditorato di Milano ha trasferito il docente di sostegno. Senza più sostituirlo. Risultato: senza i suoi insegnanti, Gabriele non può entrare in classe. A impedirlo sono i suoi complessi problemi psicofisici.

LA SFIDA - Contro questa ingiustizia stanno combattendo il preside dell’Istituto d’arte superiore «Amedeo Modigliani» di Giussano, Fidia Cesare Ferrari, e i genitori: «Il ragazzo ha bisogno di essere costantemente seguito in tutte le ore in cui è presente a scuola, con un rapporto personale stretto e con un adulto». Continua il dirigente didattico: «Accogliendolo abbiamo accettato una sfida difficile, ma i frutti sono stati straordinari. Il ragazzo ha avuto una maturazione notevole ed è riuscito a frequentare la prima classe del liceo linguistico. Ora il rischio è di interrompere un processo di crescita e di maturazione».

DIRITTO  ALL'ISTRUZIONE - I genitori di Gabriele sono amareggiati: «Non sappiamo più che scusa inventare – racconta la mamma -. Lui è molto arrabbiato perché non può più andare a scuola e non può più vedere i suoi compagni. Crediamo che se l’istruzione è un diritto, in questo modo viene negata». «Io penso – prosegue Ferrari - che se non garantiamo l’istruzione a questo studente finiremo per interrompere il suo sviluppo e per calpestare la possibilità della sua crescita umana. Per questo ho scritto una lettera all’assessore provinciale Giuliana Colombo, al sindaco di Carate Brianza Marco Pipino, all’assessore regionale Marco Boscagli, ai ministri Francesco Profumo ed Elsa Fornero». Sono decine in Brianza i ragazzi come Gabriele che quest’anno sono rimasti fuori dai cancelli della scuola. Finora la lettera accorata del preside Fidia Cesare Ferrari è rimasta senza risposta.

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