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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"No ai concerti nel parco", le associazioni animaliste contro i grandi eventi

Il comunicato congiunto di LAV, Enpa, Lea, Oasi Lipu e Wwf: "Conseguenze sulla flora e sulla fauna selvatica"

"Di giorno il rombo dei motori, di notte il suono assordante della musica". Inizia così il comunicato congiunto di Lav, Enpa; Lea, Oasi Lipu e Wwf che prende posizione contro i grandi eventi nel Parco di Monza e contro l'ipotesi della realizzazione di una "struttura permanente" nel prato della Gerascia avanzata da Sias per poter ospitare concerti.

"Tutto lascia supporre che, se i progetti della SIAS fossero realizzati, il Parco di Monza, da oasi di relativa pace per la fauna selvatica potrebbe trasformarsi in un luogo per grandi manifestazioni musicali, come quelle che si tengono frequentemente al Forum di Assago o, talvolta, allo stadio di San Siro. Per intenderci, quelle che richiamano decine di migliaia di spettatori. 
E tutto naturalmente “nel rispetto dell’ambiente”, come ha recentemente dichiarato in un’intervista l’attuale vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala, il quale peraltro si augura di poter ospitare nel Parco nientepopodimeno che cantautori del calibro di Vasco Rossi e Claudio Baglioni" spiegano le associaizoni animaliste.

Una struttura permanente costituirebbe un passaggio indispensabile per fare del Parco di Monza un luogo di riferimento per organizzatori di grandi concerti. Come sia possibile pensare che ciò non abbia conseguenze sulla flora e sulla fauna selvatica lascia sgomenti. Perdita uditiva, effetto mascheramento derivante dall’impossibilità di udire i segnali ambientali, stress generale, aumento della frequenza cardiaca e del ritmo respiratorio, effetti comportamentali fino all’abbandono del territorio e perdita della fase riproduttiva. Questi sono gli effetti già conosciuti dell’inquinamento acustico sulla vita degli animali selvatici, con la conseguente riduzione e frammentazione del loro habitat. Come possono pensare autorevoli politici regionali che i suoni assordanti di un mega concerto rimangano confinati in un’area circoscritta?".


"Nessun concerto o grande evento potrà mai essere compatibile con quest’area, così come con nessun’altra area del Parco, prezioso rifugio per una grande varietà di specie animali e vegetali" ribadiscono le associaizoni puntando l'attenzione ancora sulle conseguenze che l'area verde avrebbe in caso di fruizione intensiva tra cui rifiuti abbandonati, mozziconi di sigarette e rischio di perdita irreversibile del manto erboso. A cui si aggiungerebbero i danni provocati dal passaggio dei mezzi pesanti per la realizzazione della struttura e dell'allestimento scenografico degli eventi. 

"È stupefacente la capacità di certi politici di accarezzare i progetti più deleteri con parole seducenti.  Ed è altrettanto stupefacente questo persistente impulso suicida di voler rosicchiare, pezzo dopo pezzo, spazi alla natura, come se non bastassero i già altissimi livelli di urbanizzazione e cementificazione del nostro territorio. Il fatto è che, parafrasando Piero Calamandrei, la natura è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare. Evidentemente, per taluni il complesso del Parco di Monza non è un patrimonio storico-culturalenaturalistico in sé, da curare e preservare, bensì un bene da mettere a reddito, da far fruttare".


 

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