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Giovedì, 25 Aprile 2024
Droga e arresti

Palpeggiano ragazza armati di pistola, condanne per le bande di pusher del "fortino" della droga

L'indagine dei carabinieri di Monza, iniziata nel 2016, era culminata con 32 arresti e aveva portato a sgominare tra bande di pusher attivi nell'area boschiva. Le condanne

Trentadue arresti, un giro di spaccio da 250 clienti al giorno nll'area boschiva di Lainate trasformata nel "regno" della droga e una ragazza palpeggiata e molestata da un gruppo di pusher armati di pistola dopo aver acquistato una dose di cocaina. Un'indagine durata anni, condotta dai carabinieri di Monza e Milano, per cui adesso sono arrivate le condanne.

Per M.B., 37enne di origine marocchino, il processo con rito abbreviato si è chiuso con una pena a 18 anni di carcere. Il 37enne, secondo quanto accertato durante l'inchiesta sarebbe stato a capo di uno dei tre gruppi di spacciatori attivi del bosco della droga di Lainate. Organizzzati con cani e vedette armate, le bande erano in grado di inviare anche 1.400 messaggi "pubblicitari" al giorno per invitare i clienti ad acquistare la sostanza stupefacente.

Il gup di Milano, Guido Salvini, ha emesso altre tre condanne in abbreviato e otto sentenze di patteggiamento.

L'indagine

Le indagini erano iniziate nell'ottobre 2016 dopo la denuncia presentata da una ragazza che dopo essersi recata nel bosco per acquistare una dose di cocaina era stata palpeggiata e molestata da un gruppo di pusher armati di pistola. L'inchiesta dei carabinieri di Monza e di Milano, coordinate dal pm della Dda Gianluca Prisco, era culminata nel maggio 2021 con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 32 pregiudicati (22 di origine marocchina, due tunisini e sei italiani) accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina, hashish e marijuana, resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione di auto e armi ed evasione.

Il fortino della droga nei boschi

Armati, circondati da una schiera di vedette pronte a segnalare l'eventuale arrivo delle forze dell'ordine e con cani da guardia al seguito. Un vero e proprio "fortino" dello spaccio nel verde dell'hinterland milanese. E proprio su questo "regno" della droga nel 2016 i carabinieri di Lainate - che all'epoca dipendeva dalla compagnia di Rho che faceva riferimento al Gruppo Carabinieri Monza - hanno iniziato a indagare dopo la denuncia presentata da una donna che si è presentata in caserma dopo essere stata bloccata tra il verde da un gruppo di spacciatori armati di pistola e palpeggiata. Al centro dell'indagine sono finiti tre distinti gruppi criminali attivi in tre aree boschive del comune di Lainate, tra via per Garbagnate, via Lura e via Trattati di Roma. 

Un vero e proprio fortino tra i boschi con "soldati" armati di pistole, fucili, un'ascia e le vedette che si assicuravano che nessuno si avvicinasse ai boschi. E per dare impulso agli affari i pusher si premuravano anche si sponsorizzare la propria attività, inviando messaggi ai clienti affezionati. "Latte (cocaina) e caffè (eroina) buoni. Dalle 10 alle 20". Un negozio di droga che non si fermava quasi mai, nascosto tra i rami e i cespugli delle aree verdi dove ogni giorno - secondo quanto ricostruito dagli inquirenti - erano almeno 250 i clienti che arrivavano qui per cercare una dose.

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Almeno 250 clienti ogni giorno

Le ore di maggiore affluenza erano quelle pomeridiane e serali e tra le 12 e le 23 risultavano almeno 250 cessioni quotidiane di droga, almeno nell'area boschiva di via Per Garbagnate. Sessanta euro per un grammo di cocaina, tre euro un grammo di hahsish, 20 euro per l'eroina: questo il tariffario delle bande di pusher che in tarda serata, a giornata ultimata, spegnevano i telefoni cellulari e raggiungevano le loro abitazioni alcune delle quali situate a Milano (via Degli Apuli) e a Corsico. E proprio qui nell'ambito dell'indagine e durante le perquisizioni nel blitz di lunedì mattina sono stati trovati 240mila euro in contanti e trenta grammi di droga, di cui venti di cocaina.

La "piramide del comando" e il pusher 17enne

Oltre ai 32 arresti nell'ambito dell'indagine figurano anche sessanta indagati di cui alcuni residenti anche in Brianza (Bovisio Masciago, Limbiate e Lentate sul Seveso). A vendere droga tra i boschi di Lainate ci sarebbe stato anche un minorenne, un ragazzino di 17 anni coinvolto nell'ambito dell'inchiesta. La piramide del comando vedeva al vertice i capi dei singoli gruppi che si occupavano di approvvigionamento della sostanza stupefacente e delle attività di supervisione nella vendita della sostanza, un gradino più in basso invece era occupato dai sottoposti che si occupavano di lavorare, confezionare e cedere le dosi di droga. Infine la schiera di vedette, alcuni dei quali cittadini italiani, che avevano il compito di controllare il perimetro del "regno" verificando che non ci fossero visite a sorpresa delle forze dell'ordine. 

La droga che viaggia fino ai boschi nelle auto rubate 

Dai grossisti la sostanza stupefacente viaggiava a bordo di auto rubate, arrivando infine nei boschi dello spaccio. In un'occasione per un trasporto di droga era stata utilizzata una vettura da cui era stato ricavato un vano nel contachilometri, trasformato in un nascondiglio per un chilo e mezzo di cocaina. Trenta i chili di droga complessivamente sequestrati nell'ambito dell'indagine che è durata complessivamente cinque anni. 

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