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Cronaca

Il consulente brianzolo col Rolex comprato coi fondi anticovid e gli altri “furbetti”: frode da 460 mila euro

La Guardia Finanza ha individuato 22 soggetti che indebitamente percepivano incentivi statali destinati alle imprese messe in difficoltà dal covid. Ma c'era chi li usava per l'acquisto di beni personali o non ne aveva diritto

Il Rolex comprato con i fondi covid destinati alle imprese in difficoltà e poi la ditta di impianti elettrici, l’agente immobiliare, la società di trasporti e due realtà sportive. Queste sono solo alcuni degli episodi e delle imprese brianzole finiti nel mirino di una indagine della Guardia Finanza che ha individuato 22 soggetti che indebitamente percepivano incentivi statali connessi alle difficoltà economiche innescate dal covid. E mentre tante attività, anche in Brianza, chiudevano a causa della crisi innescata dalla pandemia, qualcuno percepiva fondi che poi usava per l'acquisto di beni personali o incentivi a cui non aveva diritto.

In totale ammontano a oltre 460 mila euro gli incentivi illecitamente percepiti, ricostruiti nel corso degli interventi svolti, su tutto il territorio provinciale, dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Monza, del Gruppo di Monza e delle Compagnie di Seregno e Seveso.

L’indagine

Gli accertamenti sono stati effettuati nell’ambito del piano di controlli dei militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Monza che, a seguito dell’intensificazione delle attività di polizia economico-finanziaria da tempo avviata ai fini del contrasto degli illeciti in materia di spesa pubblica, hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Monza 13 persone - tutti cittadini brianzoli - che, senza averne diritto, avrebbero percepito contributi a fondo perduto (previsti dal Decreto Rilancio) erogati dall’Agenzia delle Entrate a soggetti economici con cali di fatturato oppure che avrebbero beneficiato di finanziamenti bancari assististi da garanzia (contemplati dal Decreto Liquidità).

A far scattare i controlli nei confronti di alcuni soggetti beneficiari, preliminarmente individuati per gli alti profili di rischio, sono state fatture emesse tardivamente, modalità anomale di presentazione delle istanze, inadempienze dichiarative fiscali e altri elementi - di natura oggettiva connessi ai requisiti di accesso - che lasciavano dubbi relativi alla possibile illiceità o distrazioni delle risorse conseguite. Dei tredici soggetti denunciati sei sono risultati riconducibili ad ipotesi di indebita percezione del contributo a fondo perduto richiesto telematicamente all’Agenzia delle Entrate per complessivi 237.000 euro, posto che le corrispondenti istanze di accesso al beneficio sono state presentate in difetto dei presupposti dei limiti di ricavi o compensi e degli ulteriori requisiti previsti dal Decreto Rilancio, compresa l’autocertificazione di assenza di cause ostative ai sensi del Codice antimafia.

L’impresa elettrica, la società di trasporti e quelle sportive

Tra gli indagati ci sono l’amministratore unico di una società giussanese attiva nel settore dell’installazione di impianti elettrici che avrebbe indebitamente percepito 147 mila euro, il firmatario dell’istanza di contributo a fondo perduto per circa 50.000 euro presentata da una società cooperativa di trasporti terrestri di Monza, i legali rappresentanti di due società sportive brianzole beneficiarie di oltre 28.000 euro. Ulteriori percettori sono stati invece sanzionati solo amministrativamente non ravvisandosi profili di responsabilità penale per il mancato superamento della soglia di 3.999,96 euro prevista ai fini della configurazione del reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, con segnalazione all’Agenzia delle Entrate ai fini delle iniziative di recupero dei contributi non spettanti.

Il Rolex comprato con i fondi anti-covid

Sono invece sette le persone denunciate per ipotesi di indebito ottenimento ed utilizzo di finanziamenti bancari assistiti da garanzia per complessivi 210.000 euro, posto che le corrispondenti domande di ammissione all’agevolazione sono state presentate con autocertificazioni in difetto dei parametri dimensionali, patrimoniali, di carattere reputazionale richiesti dal Decreto Liquidità, ovvero le corrispondenti risorse sono risultate destinate a finalità diverse da quelle previste.

Tra questi, il socio amministratore di una società seregnese operante nel settore dell’attività di mediazione immobiliare che avrebbe indebitamente percepito 30 mila euro indicando nella domanda ricavi nettamente superiori a quelli realmente contabilizzati col fine di ottenere un maggior finanziamento spettante, il firmatario della domanda presentata da un’attività commerciale monzese per l’ottenimento di un finanziamento di 25.000 euro non spettante in quanto soggetto già “in difficoltà”, il titolare di una ditta edile di Desio cui è stato disconosciuto, in assenza di valida dichiarazione dei redditi, un finanziamento da 25.000 euro, un ristoratore di Bovisio Masciago che ha utilizzato parte di un finanziamento da 70.000 euro per l’acquisito di beni e servizi di natura strettamente personale non riconducibili all’attività d’impresa, un professionista di Macherio beneficiario di oltre 8.700 euro in parte utilizzati per l’acquisto di un orologio di marca “Rolex” ed in parte per l’estinzione di un precedente prestito personale.

Un ulteriore percettore è stato sanzionato solo amministrativamente, sempre per il mancato superamento della soglia di legge prevista dal precetto penale di indebita percezione, con segnalazione dell’irregolarità al Fondo di Garanzia per le PMI – Mediocredito Centrale S.p.A..

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