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Cronaca Meda / Via Roma

"Rischio diossina nei cantieri della Pedemontana"

Legambiente contro la Regione: "Verificare progetto e terreni prima che la diossina si sollevi nell'aria con le polveri dei cantieri"

Rischio di diossina nei cantieri della Pedemontana. E' quanto denuncia Legambiente, ricordando la tragedia del 10 luglio 1076 quando gli abitanti di almeno cinque città brianzole (Bovisio, Cesano, Desio, Meda e Seveso) vennero investite dalla nube tossica prodotta dal surriscaldamento di un reattore della ditta Icmesa di Meda.

"Ancora oggi - scrive Legambiente - non sappiamo quanta diossina fu riversata su case e campi, ma è certo che quella diossina non si è spostata da lì". Nel 2008 la società autostradale Pedemontana fece le analisi preliminari dei terreni e certificò concentrazioni di diossina del tipo Tcdd superiori alle soglie critiche. Si parla della cosiddetta "zona B", mentre la "zona A", nei comuni di Seveso e Meda, fu bonificata.

Quello che temono gli ambientalisti è che - nel momento in cui partiranno i cantieri della Pedemontana - la diossina si sollevi per aria insieme alle polveri dei cantieri, "tornando ad essere un problema sanitario" sia per i lavoratori sia per i residenti dei quartieri vicini.

Legambiente chiede di caratterizzare i suoli (ovvero analizzarne la composizione) e verificare il progetto dell'autostrada "prima che la parola passi alle ruspe del più grande cantiere della Lombardia". Secondo Damiano Di Simine, presidente regionale dell'associazione ambientalista, si tratta di un comportamento "di gravissima irresponsabilità istituzionale". Per la questione, è già stata presentata una interrogazione parlamentare da quattro senatori di centrosinistra e del Movimento 5 Stelle.

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