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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Violenza sulle donne

I (finti) furti in casa, le gomme bucate e le auto rotte: "Voleva farmi impazzire"

Una violenza psicologica fatta di dispetti, furti simulati e oggetti danneggiati per arrivare a indebolire la compagna che però si è dimostrata più forte di tutto. Si chiama "gaslighting" ed è una forma subdola di manipolazione, una violenza. La storia

I ladri difficilmente colpiscono due volte. E a entrare nell'abitazione di Sara - nome di fantasia - infatti non era un estraneo ma una persona a lei vicina, che diceva di amarla. Nel frattempo però, attraverso furti anomali, sparizioni di oggetti, dispetti e danneggiamenti alle sue auto, stava provando a renderle la vita impossibile, arrivando a spaventarla e a farla dubitare di se stessa fino a farle pensare di essere diventata pazza. Perché quello, probabilmente secondo l'uomo ora raggiunto da un divieto di avvicinamento emesso dalla procura di Monza, era l'unico modo per riuscire a tenere vicino a sé quella donna che vedeva forse come troppo forte, indipendente. E indomabile. 

E allora con quei furti continui, assurdi, senza senso, aveva provato a entrare non solo nella sua casa ma anche nella sua testa. Cinquatacinque anni, tre figli maschi, vedova, Sara ha aperto gli occhi soltanto quando si è trovata davanti le immagini registrate da una telecamera installata nell'abitazione dai suoi figli che mostravano l'altro volto dell'uomo che aveva accanto. Lo ha visto coi suoi occhi prendere dal tavolo il suo computer e rubarlo, nascondendolo per farle credere che in una frazione di minuto qualcuno fosse entrato per l'ennesima volta in casa sua e le avesse portato via qualcosa. "Quando ho guardato quel video e ho visto lui che rubava il portatile da casa mia, in quel momento, è stato come se un cancellino della lavagna rimuovesse tutti i sentimenti che avevo nei suoi confronti. Provo disgusto perchè non ci sono parole per descrivere una cosa del genere. Non provo nemmeno odio, per me è una persona che ho eliminato dalla mia vita perchè non merita alcun sentimento" ha raccontato a MonzaToday.

I furti e i dispetti per farla impazzire

L'uomo, 48 anni, residente in Brianza e di origini pugliesi, magazziniere, è stato raggiunto nei giorni scorsi da un divieto di avvicinamento con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e a eseguire la misura cautelare sono stati i militari dell'Arma. Le violenze e le vessazioni che il 48enne avrebbe messo in atto sarebbero state di natura psicologica, attuate attraverso una forma subdola di controllo denominata “gaslighting" dal nome di un'opera teatrale che significa letteralmente "Luci a gas" dove un uomo ha provato a portare alla pazzia una donna proprio affievolendo le luci delle lampade.

Sulla carta erano delle banali denunce: furti in casa - anomali - danneggiamenti, smarrimenti di documenti o di oggetti. Ma dietro quegli episodi c'era dell'altro e le indagini dei carabinieri hanno permesso di mettere insieme alcune tessere di un puzzle che hanno dato forma a un incubo vissuto da una donna costretta a subire umiliazioni e comportamenti sopraffattori e di prevaricazione da parte dell'uomo che, in  una occasione, durante una lite, era arrivato anche a metterle le mani al collo. E lei aveva cominciato a dubitare di qualsiasi cosa, persino che la colpa di quei furti in casa e di quelle sparizioni fosse sua.

"Questi furti strani sono iniziati a fine febbraio quando ho cominciato a notare qualche ammanco di soldi dal portafogli ma inizialmente non gli avevo dato molto peso: credevo di averli spesi e di essermene dimenticata" ha raccontato Sara. Poi però nel giro di meno di dieci giorni le è stata rubata la borsa, il portafiogli, due telefoni cellulari, danneggiato il badge aziendale e il computer fino a restare a piedi due volte con l'auto perchè qualcuno aveva riempito il serbatoio di acqua o messo dell'argilla nell'olio motore e le aveva bucato le gomme. "Era invidioso del mio lavoro e voleva rovinarmi l'immagine con l'azienda e i colleghi infatti mi faceva sparire il computer aziendale, mi rovinava il badge". E in seguito agli episodi poi le tendeva una mano, si offriva di aiutarla. Un gioco manipolatorio subdolo, cerebrale, che col tempo l'ha scavata dentro. 

I primi ad avere dei sospetti sono stati i figli della donna che così hanno deciso di installare in casa delle telecamere ed è stato proprio quell'occhio elettronico lo scorso 15 marzo a incastrare il 48enne che è stato ripreso mentre dal tavolo, approfittando di un momento in cui la donna si era allontanata, fa sparire il pc aziendale e lo porta fuori. "I miei ragazzi avevano avuto qualche sospetto anche perchè dopo il furto di un cellulare avvenuto a Milano nel tombino davanti a casa avevamo ritrovato quello stesso smartphone ma i ladri non potevano avere il mio indirizzo perchè nella borsa che mi hanno rubato in quell'occasione non avevo documenti perchè mi erano stati già rubati solo qualche giorni prima" spiega.

"Oggi sono più forte di prima"

"Ho passato dei momenti difficili e ho pianto perchè non capivo come si potesse arrivare a fare tutto questo male. Se avessi avuto un altro carattere avrei rischiato un esaurimento nervoso, avrei avuto paura anche solo a uscire di casa. E ha provato a isolarmi anche dalle mie amiche". Ma Sara oggi è più forte di prima e a raccontarlo è anche la sua voce: alta, fiera e sincera.

"Ora so che era una tecnica per indebolirmi, per soggiogarmi e voleva soltanto fare in modo che io mi convincessi di dover contare su di lui. Perché a dargli fastidio era la mia indipendenza". E alle altre donne, a chi ancora si trova impigliata in una rete di maltrattamenti o controllo ossessivo, rivolge un invito: "Non bisogna avere paura di queste persone perché non meritano la nostra paura perchè è proprio con questa paura che si fanno grandi. Ma in realtà sono uomini veramente piccoli". 

Una storia brutta che ora, per fortuna, sta provando a lasciarsi, alle spalle. E a guardare avanti l'hanno aiutata i carabinieri che hanno subito capito che dietro quei furti c'era qualcosa di anomalo e i suoi figli, le sue tre rocce. "Finalmente sei tornata la mamma di prima" le hanno detto vedendo i suoi occhi illuminarsi di nuovo.

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