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Cronaca Lentate sul Seveso

La stufetta e l'altra "verità" delle botte e degli abusi: 25enne in carcere per la morte della piccola Sharon

Gabriel Robert Marincat, 25enne romeno, è stato arrestato dai carabinieri sabato nell'abitazione dei genitori a Lentate sul Seveso

La piccola che giocava in casa mentre la mamma era al lavoro e l'aveva affidata al compagno e un presunto tragico incidente domestico che qualche ora più tardi avrebe causato la morte della piccola Sharon Barni, 18 mesi. Ma la verità su quanto accaduto nella casa di Cabiate lo scorso 11 gennaio sembra essere diversa. 

Sabato i carabinieri della tenenza di Mariano Comense hanno arrestato in esecuzione di una ordinanza di custodia caurtelare in carcere in Brianza Gabriel Robert Marincat, cittadino romeno, 25 anni, compagno della madre. Le manette per il 25enne - ora accusato di maltrattamenti da cui è derivata la morte della vittima e violenza sessuale su minore - sono scattate a Lentate Sul Seveso dove è stato raggiunto nell'abitazione dei genitori. 

La convivenza da tre mesi e quella ferita sul labbro

Quel pomeriggio Sharon era sola con il ragazzo nell'abitazione di Cabiate dove il 25enne si era stabilito da pochi mesi, iniziando la convivenza con la madre della bambina che mentre la piccola perdeva conoscenza senza essere tempestivamente soccorsa era al lavoro in un bar a Cesano Maderno. La prima ad accorgersi che qualcosa non andava è stata la nonna della piccola che è arrivata nell'appartamento dopo due ore circa dal presunto incidente in cui la bimba avrebbe urtato una stufetta che cadendo l'avrebbe colpita. 

Quando è arrivata in casa ha visto la nipote priva di sensi, con la maglietta con tracce di vomito e ha invitato il 25enne a chiamare il 118. Nello stesso pomeriggio poi tra la madre di Sharon e l'uomo ci sarebbero stati dei messaggi in cui la donna avrebbe chiesto spiegazioni riguardo a una ferita sul labbro della piccola che il 25enne avrebbe cercato di giustificare in maniera confusa, spiegando che era caduta e che aveva sbattuto forse sul pavimento, forse contro un mobiletto. Parole e dichiarazioni queste che non coincidono con le prime risultanze emerse dall'autopsia eseguita sul corpo della piccola e che ora sembrano raccontare tutta un'altra "verità", tragica e terribile.

Le botte e la presunta violenza sessuale

Dopo la morte della bambina, avvenuta all'ospedale di Bergamo, è stata disposta l'autopsia e le relazioni preliminari del medico legale hanno smentito la ricostruzione dei fatti di quel pomeriggio effettuata dal compagno della madre. Il decesso della piccola è stato infatti ricondotto a “traumatismo cranico contusivo produttivo di frattura cranica occipitale sinistra, dei focali sanguinamenti intracranici ed un edema cerebrale massivo". Sul corpo della bambina sono state inoltre rinvenute molte lesioni, quali escoriazioni al vertice del capo, ecchimosi in regione frontale e in regioni zigomatiche, escoriazioni al naso e lacerazioni riconducibili ad una probabile violenza sessuale.  

Gli esiti preliminari della consulenza medico legale insieme agli accertamenti svolti dal Tenenza dei Carabinieri di Mariano Comense (che ha ininterrottamente controllato il compagno della madre della vittima sin dal momento in cui sono emerse le prime incongruenze nel suo racconto, per cui è stato inizialmente indagato) inducono pertanto a ritenere che la piccola sia stata ripetutamente picchiata (verosimilmente non solo in occasione del pomeriggio di lunedì 11 gennaio, quando si trovava da sola con l’indagato, ma anche in precedenti circostanze), nonché violentata in una epoca prossima al tragico pomeriggio di lunedì 11 gennaio 2021.

L'arresto sabato in Brianza

I carabinieri sabato pomeriggio si sono presentati nell'abitazione dei genitori del 25enne a Lentate sul Seveso. Proprio qui infatti Gabriel Robert Marincat era tornato ad abitare dopo il tragico incidente, lasciando l'abitazione di Cabiate da cui la madre della piccola lo aveva allontanato in seguito all'insorgere dei primi dubbi sull'accaduto. 

Alla luce delle risultanze investigative raccolte dai carabinieri la Procura ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare sussistendo gravi indizi per contestare allo stato (salvo modifica delle imputazioni che possa scaturire dagli ulteriori sviluppi delle indagini ancora in corso) i reati di maltrattamenti da cui è derivata la morte della vittima (punibile sino ad un massimo di 24 anni) e violenza sessuale ai danni di persona minore di anni dieci (punita sino ad un massimo di venti anni). Ora il giovane si trova in carcere. 

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