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Giovane aggredito in pieno centro da baby gang: salvato da una mamma

Il ragazzo, vittima di una aggressione da parte di una banda di coetanei, è stato tratto in salvo da una donna

Lo hanno fermato e aggredito nel tentativo di portargli via il borsello con il cellulare. Ma grazie all'intervento di una coraggiosa mamma è riuscito a scappare. 

Erano almeno una dozzina i ragazzi che giovedì, 6 aprile, hanno aggredito un loro coetaneo nei pressi di via Bergamo per cercare di sottrargli cellulare e portafoglio. Riaccendendo i riflettori sul fenomeno delle baby gang in città, e dunque sulla sicurezza. Il giovane studente, intorno alle 17.30, stava transitando in via Bergamo quando è stato fermato dal gruppo di coetanei che hanno cominciato a deriderlo e in seguito a strattonarlo per cercare di privarlo del borsello che aveva addosso. Una vera e propria tentata rapina, le cui conseguenze sarebbero potute essere molto gravi. Ma che fortunatamente l'intervento di una donna che si è trovata a passeggiare proprio lungo la via è riuscito a sventare.

"Ho visto quel ragazzo con gli occhi spaventati mentre gli altri suoi coetanei lo prendevano per il collo e, intimandogli di seguirli, cercavano di strappargli il borsello - ha raccontato la donna - Sono mamma anche io, e anche se al momento avevo un po' di paura, sono ugualmente intervenuta. Mi sono avvicinata al gruppo e ho tentato di farmi sentire, chiedendo ai ragazzi a gran voce di smetterla. E così quelli, lasciandolo per un attimo, gli hanno di fatto permesso di scappare".

"Attenti a quei ragazzi"

Un piccolo ma coraggioso gesto quello della madre. Che, tornata a casa, ha pure scoperto come quanto compiuto dalla baby gang fosse tutt'altro che un episodio isolato. Nella chat dei genitori dei ragazzi della scuola dove studia anche suo figlio, e che sorge in zona, è circolato un messaggio relativo alla presenza della presunta baby gang nei pressi della zona della piscina Nei. Ragazzi che, secondo quanto emerso ancora dalla chat, si sarebbero "specializzati" nel fermare i coetanei per rubare loro portafogli e cellulare. "Davanti al Nei un gruppo di ragazzi accerchia altri ragazzi che passano di lì e rubano soldi e telefoni - si legge nella chat - È già successo e sono lì già da qualche giorno. Fate girare per cortesia chiedendo di fare molta attenzione. Sono stati avvisati anche i carabinieri".

Una mamma coraggiosa che si è anche detta stupita dall'indifferenza generale che ha notato fra i gli altri passanti circa quanto stava accadendo. "Quel che mi ha colpito è stato sapere che il tutto è accaduto nello stesso istante in cui, a pochi metri, dentro ai giardini di via Enrico da Monza, le Forze dell'ordine erano impegnate in altri controlli. E nonostante ciò, nessuno dei tanti passanti lì presenti a pensato di allertarle né tantomeno di intervenire per cercare di aiutare quel povero ragazzo".

"E se quel ragazzo fosse stato vostro figlio?"

"Ma se quel bambino o poco più fosse stato nostro figlio, nostro fratello, nostro nipote?". Così la consigliera comunale Martina Sassoli (Gruppo Misto) la sera dell'accaduto ha voluto commentare sulla sua pagina Facebook la vicenda per stigmatizzare, anche lei, l'eccessivo individualismo dei passanti. "Ho avuto modo di parlare al telefono con la donna che è intervenuta per proteggere il ragazzo - ha fatto sapere - Tutto ciò è a successo a trecento metri in linea d’aria da un posto di blocco della Polizia di Stato (in piazza Citterio) e soprattutto sotto lo sguardo di decine di passanti che passeggiavano sereni per Borgo Bergamo che, però, evidentemente erano ”distratti”. Lunga vita alle mamme come quella che, da sola, ha aiutato un ragazzino a fuggire dai suoi piccoli grandi aguzzìni. Ma una domanda sorge spontanea: in cosa ci stiamo trasformando se anche di fronte a un bambino o poco più in difficoltà volgiamo lo sguardo dall’altra parte?".

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