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Incidenti stradali

L'ultima foto dopo il concerto poi l'investimento, così è morto Matteo "anima" del Parco

Il 57enne monzese era negli Stati Uniti, a Nashville, per un concerto. Mentre rincasava è rimasto vittima di un incidente

La strada buia, vuota. E sullo sfondo la luce di un lampione. Una fotografia, l'ultima che ha fatto in tempo a scattare e a condividere, che aveva scelto per trasmerrere la sensazione di pace dopo lo spettacolo. E in strada poco dopo, è stato investito e ucciso. A perdere la vita è stato Matteo Barattieri, 57 anni, cittadino monzese molto conosciuto in città e attivo in difesa dell'ambiente e del parco. 

La notizia della sua tragica scomparsa è arrivata nella tarda mattinata di venerdì 26 agosto e in città è stata appresa con molto sgomento. ""E ora sto tornando, dopo lo spettacolo. Camminando. Alcuni chilometri. Come al solito, dopo un concerto di Blondie. Lungo McGavock Pike. Nashville" aveva scritto sui social proprio poco prima del dramma. 

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"Orribile notizia da Nashville - si legge in un post pubblicato su un gruppo social fondato dallo stesso Barattieri e dedicato al parco - il nostro caro Matteo pare sia stato investito sulla strada che lo portava al concerto dei Blondie ed è deceduto. La tremenda notizia mi è stata confermata dalla sorella di Matteo la quale è in contatto con le istituzioni locali per le indagini e per saperne di più. Per me, come immagino per tutti i membri di questo Gruppo, si tratta della perdita di un vero amico cui ero molto affezionato e che conoscevo da 30 anni". Sono state tantissime le dimostrazioni di affetto e di cordoglio per la morte del monzese.

"Riposa a ritmo, Matteo"

A dare un commosso saluto a Matteo Barttieri è stata anche la stessa band, i Blondie, appena appresa la notizia. Sui social hanno postato una carrellata di foto che mostrano l'ambientalista monzese al concerto, prima di entrare, sotto il palco - in prima fila - e poi dopo lo spettacolo. Una serata di emozioni, gioia e condivisione. "Riposa in ritmo, Matteo.❤️ Non ti dimenticheremo mai" ha scritto la band. 

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Chi era Matteo

Matteo Barattieri era un volto molto noto ai monzesi, ma non solo, che frequentavano il Parco. Grande conoscitore e amante del grande polmone verde cittadino da sempre in prima linea nella difesa dell'ambiente. Nato a Monza nel 1965 aveva conseguito la laurea e il dottorato in Geologia. Era impegnato nella divulgazione, didattica ed educazione nei settori naturalistico ed ambientale. Era autore di diverse pubblicazioni scientifiche in campo ornitologico, ed articoli e libri. Sempre molto seguite le sue visite guidate nel Parco, soprattutto dai più giovani che riusciva a conquistare con i suoi racconti. Ma soprattutto grande paladino della difesa della flora e della fauna del grande polmone verde. Nei mesi scorsi era sceso in campo personalmente per salvare i girini del Parco che rischiavano di morire, e proprio poche settimane fa aveva denunciato l'allestimento dei campi di padel nel prato del Roccolo, mentre alcuni mesi fa si era schierato contro il concerto di Bruce Springsteen nel 2023 sul prato della Gerascia. Faceva parte del Comitato per il Parco e la Villa Reale. 

Il cordoglio degli amici

Tantissime le dimostrazioni di affetto e di cordoglio per la morte del monzese: tanti i ricordi di chi personalmente lo ha conosciuto, ma anche di chi ne ha solo sentito parlare per la sua fama di appassionato e paladino del Parco di Monza. C'è chi come Matteo Stucchi, amministratore del gruppo Facebook "Che cosa succede in città... di Monza" ma ancor prima storico amico di Barattiere, chiede che per onorarne la memoria gli venga intitolato qualcosa nel suo tanto caro Parco di Monza.

"Ora vai pure con la tua bici a pedalare tra le nuvole e continua a mandarci suggerimenti e nozioni. Ti ricorderemo sempre così" scrive nel suo post. Chi ne ricorda la sua mobilità lenta sempre in bicicletta oppure a piedi: "Matteo, amico da una vita ... quanta rabbia e disperazione per quello che è accaduto ... tu, camminatore instancabile, promotore della bicicletta ... lasci un vuoto incolmabile ...", ricorda l'amico Roberto Frigerio. Intenso e commovento il ricordo dell'amico e compagno di studi Franco Gengotti: "Matteo, non si fa così, cavolo! Non si va a morire, una notte di fine estate, camminando per le strade di Nashville, tornando dal tuo ennesimo concerto della tua Blondie. No, Matteo, non ci puoi lasciare orfani del tuo sguardo, della tua caparbietà a difendere il Parco e la natura. Delle tue pedalate chilometriche per raggiungere le scuole, gli amici, i prati. Nel 1979, quando eri seduto dietro di me, in quarta ginnasio, ti odiavo perché tu ti divertivi a pitturare il colletto della mia camicia. Poi, fuori dallo Zucchi, siamo diventati amici condividendo idee, progetti, visioni, illusioni. Matteo, non si fa così". Tra i ricordi più commossi quelli di Bianca (Bichi) Montrasio del Comitato Parco e Villa Reale. "Non ci sono parole per dire quanto tutti abbiamo perso. Vi chiedo, se volete, di mandare alla mia mail (biancamontrasio@gmail.com) brevi memorie del vostro incontro con lui e dell'eredità di pensiero e di impegno attivo che vi ha trasmesso. Una volta raccolti, i frammenti verranno pubblicati sui nostri siti".

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