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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Detenzione abusiva di armi e munizionamento, 24 persone nei guai

Tra gli indagati anche un brianzolo. Nel mirino degli agenti del commissariato di Rho il Tiro a Segno di corso Europa

Sono ventiquattro in totale le persone indagate, tra cui il presidente del tiro a segno nazionale di Rho, per i reati di detenzione abusiva di armi e munizionamento, di detenzione abusiva di strumenti atti a modificare la funzionalità di un’arma da fuoco (silenziatori), peculato e mancata denuncia all’Autorità di Pubblica Sicurezza. Tra gli uomini indagati nell’ambito dell’attività del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Rho Pero in relazione all’indagine che ha avuto al centro il Tiro a segno Nazionale di Corso Europa c’è anche C.F., un 70enne brianzolo residente a Giussano, un uomo di Cinisello Balsamo, un 48enne di Paderno Dugnano e un 50enne di Solaro.

Il Presidente del Tiro a Segno, G.M., 61 anni, è stato indagato per peculato, per detenzione abusiva di armi e munizionamento e per mancata denuncia all’autorità di Pubblica Sicurezza. Secondo quanto emerso dalle indagini l’uomo “in piena autonomia e senza fornire alcuna delibera del consiglio direttivo della Sezione dell’U.I.T.S. di Rho, veniva in possesso di armi precedentemente appartenute al poligono, per sua scelta, volturandole a suo favore; in qualità di presidente della Sezione di Rho” senza però mai aver prodotto le istanze di cessioni armi e la documentazione necessaria. Le indagini, particolarmente complesse, svolte dalla Squadra di Polizia Ammnistrativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Rho Pero hanno permesso di fare luce sulla mala gestio della struttura territoriale e di sequestrare al presidente ed ad altre 23 persone, tutti soci della Sezione del Tiro a Segno, il contenuto delle cassette di sicurezza ad uso singolo, all’interno delle quali detenevano illecitamente numeroso materiale esplosivo e munizioni.

L’altissima concentrazione in uno spazio angusto di una grande quantità di munizionamento e polvere da ricarica, (per la maggior parte illecitamente ed abusivamente detenuta) rappresentava anche un pericolo per la comunità vista la vicinanza della struttura al centro abitato, a un distributore di benzina e addirittura a due complessi scolastici.

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