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Cronaca

Un intervento eccezionale: un 42enne "rinasce" al Policlinico di Monza

L'uomo sottoposto a un delicatissimo intervento con l'inserimento di una endoprotesi prodotta negli Stati Uniti

Nessun chirurgo voleva intervenire. Troppo rischiosa quell’operazione su un uomo di 42 anni che aveva avuto una dissezione dell’aorta a livello toraco-addominale. Ma mentre l’uomo - un dirigente romano sposato e con un figlio di 7 anni - continuava a ricevere pareri negativi la sua condizione continuava a peggiorare. Con il rischio, sempre più concreto, che l’aorta continuasse a sfaldarsi fino alla rottura, a quel punto letale.

Ma a Monza il 42enne ha trovato la rinascita: il professor Enrico Maria Marone ha deciso di prenderlo in carico e con un intervento mini invasivo gli ha inserito una endoprotesi progettata e realizzata ad hoc per il paziente, che gli è stata inserita con un piccolo taglio a livello dell’inguine.

L’intervento è stato eseguito il 29 dicembre, è durato poco meno di tre ore e il giorno successivo il paziente era già in piedi e mangiava da solo.

“È stato un intervento complesso - spiega il professor Marone, direttore dell’Unità operativa di chirurgia vascolare del gruppo Policlinico e professore di Chirurgia vascolare all’università di Pavia -. Fondamentale e prezioso il coinvolgimento di un’equipe multidisciplinare”.

Accanto al professore la dottoressa Chiara Brioschi (chirurga vascolare), il dottor Enrico Visetti (responsabile di Anestesia e rianimazione), il dottor Filippo Scalise (responsabile della Cardiologia interventistica), il dottor Matteo Pisani (cardiologo che per tutta la durata dell’intervento ha monitorato l’aorta attraverso l’ecografo trans esofageo), e il dottor Giuseppe Vaccari (cardiochirurgo pronto ad intervenire in caso di necessità). 

Un intervento salvavita che è iniziato in realtà a novembre quando il paziente è stato visitato dal professor Marone. “Fin da subito sapevo che si sarebbe trattato di un intervento complesso - spiega il professore che già in passato aveva eseguito operazioni di questo tipo al San Raffaele di Milano e all’ospedale San Matteo di Pavia -. Ma considerata la giovane età del paziente ho ritenuto doveroso proporgli questa alternativa. L’aorta del paziente sarebbe peggiorata, fino ad arrivare alla rottura”.

Fortunatamente la situazione non era ancora compromessa e il professor Marone ha avuto il tempo per programmare l'intervento nei minimi dettagli. “Abbiamo fatto produrre negli Stati Uniti una endoprotesi adatta all’uomo - prosegue -. Tra la progettazione, la realizzazione e la spedizione ci sono volute quattro settimane”.

Il 29 dicembre l’intervento in anestesia generale. È andato bene. Adesso per l’uomo inizia una nuova vita. Una vita normale scandita da una serie di esami di controllo. 

“Il grande vantaggio di questo tipo di intervento è che è stata utilizzata una tecnica microinvasiva - conclude lo specialista -. Con un semplice taglio all’altezza dell’inguine è stata introdotto la endoprotesi. Un intervento a torace aperto avrebbe avuto conseguenze post operatorie ben più complesse”.

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