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Cronaca

Laurapuntoacapo: la collezione femminile nata durante il periodo del lockdown

Durante la pandemia Laura Vincenti ha superato la paura del contagio realizzando un sogno: aprire un negozio (virtuale) di abiti sartoriali. Pezzi unici fatti realizzati con tessuti pregiati. Il pubblico ha risposto entusiasta: Arrivano complimenti e ordini

Reinvetarsi a 54 anni nel pieno del lockdown. Lo ha fatto la monzese Laura Vincenti che durante la pandemia ha realizzato la sua prima collezione di abiti, dando vita al progetto imprenditoriale Laurapuntoacapo. Una storia di coraggio e caparbietà quella della monzese: un lavoro part time come impiegata, due figli e la passione che da sempre coltiva per la maglia e il cucito. Una passione ereditata dalla nonna e poi affinata nel corso degli anni.

“Da anni mi diletto a realizzare capi di abbigliamento per le mie amiche e le mie parenti – racconta -. Durante il lockdown, avendo molto tempo libero a disposizione, ho pensato di andare oltre e di iniziare a trasformare la passione in qualche cosa di più”.

Per Laura quelli della pandemia sono stati mesi di intenso lavoro: ha recuperato i numerosi tessuti che nel corso degli anni aveva acquistato durante le vacanze; tessuti pregiati scovati anche nei negozi stranieri. Poi ha dato libero sfogo alla creatività: cartamodelli, ispirazioni personali, forbici, metro, ago, filo, macchina da cucire (una nuova per velocizzare il lavoro); tante ore concentrata per le rifiniture interne ed esterne.

Alla fine la prima collezione estiva è stata presentata. Circa una dozzina di capi, tutti pezzi unici, realizzati con tessuti diversi: abiti lunghi, abiti corti, gonne, gonne pantalone, camicette ricamate che sono andate subito a ruba. “Nell’epoca del distanziamento sociale e della crisi dei negozi mi sono affidata alla rete. Ho aperto un negozio virtuale affidandomi a una piattaforma specializzata, poi la condivisione sul gruppo facebook EasyMonza è stato un ottimo volano pubblicitario". Laura ha ricevuto tante richieste e molti complimenti.

Il prossimo passo sarà quello di farsi conoscere oltre la Brianza (“Non è difficile, la rete ci viene in aiuto” aggiunge), con il sogno di poter fare della sartoria la sua principale occupazione.

I dubbi non mancano. Reduci da un periodo di lockdown, cassa integrazione, portafogli sempre più leggeri e per qualcuno lo spettro del licenziamento, un abito su misura potrebbe diventare un  lusso. Ma Laura è positiva. “L’Italia ricomincia anche dalla creatività e dagli artigiani”.

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