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Cronaca

La Lega boccia il Pride al Parco di Monza e il museo sulla cultura Lgbt in Villa Reale

L'intervista di Giorgio Castoldi, docente universitario di Economia Aziendale, a MonzaToday ha scatenato la polemica. Il Carroccio ribatte con un no al suo progetto di rilancio della Villa Reale

L’idea di un Pride al Parco di Monza e di una sala della Villa Reale adibita a museo della cultura Lgbt non piace alla Lega. L’intervista rilasciata a MonzaToday da Giorgio Castoldi, docente universitario di Economia Aziendale, non è piaciuta al Carroccio. Immediata la replica del consigliere regionale della Lega Alessandro Corbetta che boccia in pieno il progetto di rilancio della Reggia illustrato da Castoldi. “Un gay pride nella Villa Reale? No, grazie – così spiega Corbetta in una nota stampa -. Ci sono altri luoghi più consoni a questo tipo di manifestazioni. Inoltre non mi sembra ci sia questa grande necessità di un museo della storia Lgbt in generale, figuriamoci poi dentro la Reggia di Monza. Quella di Castoldi mi sembra una provocazione per avere qualche titolo di giornale”.

Il progetto di rilancio della Villa del docente monzese

Nella lunga intervista Castoldi presentava anche un suo progetto di rilancio della Villa Reale di Monza da un punto di vista sia del marketing sia della comunicazione. Castoldi suggeriva di ospitare le “opere non esposte dei Musei e privati Milanesi e dei Musei Civici di Monza, quelle dell’ospedale San Gerardo di Monza, delle banche e delle Fondazioni; al primo piano nobile le esposizioni di richiamo internazionale come già sperimentato con successo da Palazzo Reale a Milano e come avveniva fino agli anni 80 a Monza.  Le ali esterne e gli ex appartamenti li affiderei alle associazioni di Monza e della Brianza per la promozione delle loro attività culturali, e queste ultime potrebbero svolgere una funzione di supporto alla gestione della Villa e soprattutto collaborare con altre realtà fuori dal piccolo e poco organizzato circuito locale facendo sistema. Mirabello e Mirabellino – assolutamente da recuperare – possono diventare sedi espositive di eventi minori, mentre la ex sede Rai ospitare gli uffici amministrativi”.

Come Corbetta vede il futuro della Villa Reale 

Corbetta ribadisce l’importanza di ospitare in Villa Reale eventi di richiamo culturale. “La nostra Reggia va aperta per mostre di artisti del calibro di Caravaggio, Picasso, Dalì e Keith Haring – spiega -. Deve diventare la casa delle associazioni, della musica e delle imprese, ospitando eventi su artigianato, lavoro, arte, cultura, agroalimentare, storia, sport e terzo settore. Una grande vetrina delle eccellenze lombarde e italiane. Il complesso della Reggia monzese, con Villa e Parco, ha bisogno di un grande rilancio a livello nazionale e internazionale. Non ha nulla da invidiare a grandi realtà europee come Schönbrunn, Versailles o italiane quali Venaria Reale o la Reggia di Caserta”.

"La politica non può rimanere fuori"

Corbetta inoltre rimanda  al mittente la riflessione di Castoldi di lasciare la politica fuori dal futuro del rilancio della Reggia e del suo Parco. “Credo che siano da respingere proposte come quella arrivata dal docente Giorgio Castoldi – conclude Alessandro Corbetta - che chiede alla politica di mettersi da parte ma con le sue proposte si otterrebbe proprio il contrario, ovvero si metterebbe la Villa Reale al centro di polemiche e dibattiti politici, in un momento in cui non se ne avverte proprio la necessità. La Reggia, che da poco tempo è tornata in mani pubbliche e sta programmando la riapertura, deve ripensare il proprio futuro in maniera lungimirante e non su provocazioni spot di stampo ideologico che non portano da nessuna parte”.

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