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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Violenza sulle donne / Villasanta

Finti furti in casa per spaventare la compagna, gomme bucate e quei 100 messaggi al giorno

Denunciato in Brianza un 48enne. L'uomo dovrà rispondere del reato di maltrattamenti attuati, secondo l'accusa, con una forma subdola di assoggettamento psicologico denominata gaslighting

I furti in casa che si ripetevano: inspiegabili, anomali, strani. Durante i quali a sparire erano sempre e soltanto i gioielli della donna o i suoi effetti personali tra cui anche il pc che usava per lavorare. Poi i danni alle auto con l'acqua versata nel serbatoio della benzina, cinque litri di argilla nell'olio motore e le gomme bucate. Situazioni spiacevoli, tristi che generavano nella donna un senso di paura, spasamento e insicurezza tanto da arrivare a dubitare di se stessa.

E dietro tutto questo, secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri della stazione di Giussano, ci sarebbe un uomo di 48 anni, di origini pugliesi, ora accusato di maltrattamenti contro la compagna. Per l'uomo è scattato il divieto di avvicinamento e a eseguire la misura cautelare sono stati i militari dell'Arma. Le violenze e le vessazioni che il 48enne avrebbe messo in atto sarebbero state di natura psicologica, attuate attraverso una forma subdola di controllo denominata “gaslighting".

Quelle strane denunce di furto e le indagini

Sulla carta erano delle banali denunce: furti in casa - anomali - danneggiamenti, smarrimenti di documenti o di oggetti. Ma dietro quegli episodi c'era dell'altro e le indagini dei carabinieri hanno permesso di mettere insieme alcune tessere di un puzzle che hanno dato forma a un incubo vissuto da una donna costretta a subire vessazioni, umiliazioni, denigrazioni comportamenti sopraffattori e di prevaricazione che alternavano intimidazioni a violenze fisiche e psichiche attuate in seguito alla manifestazione dell'intenzione della compagna di interrompere la relazione affettiva. E il senso di frustrazione generato nella donna era tale da farla dubitare di ogni cosa. Persino che la colpa di quei furti in casa e di quelle sparizioni di oggetti fosse sua.

Le violenze psicologiche

Non poteva frequentare nessun uomo, nemmeno parenti di famiglia. Le era stata fatta sparire la borsetta, le chiavi dell'appartamento e delle auto, i telefoni, il computer portatile aziendale e quello personale, il badge aziendale, i documenti e il bancomat, un portafogli e le chiavi. L'uomo, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe danneggiato l’auto della donna immettendole circa due litri di acqua nel serbatoio della benzina e introducendo circa cinque litri di argilla nell'olio motore. In quest’ultima circostanza le avrebbe staccato anche il tubo del carburante in modo da far fuoriuscire il gasolio sul propulsore e provocare la formazione di un fumo denso proveniente dal cofano motore. In quell’occasione l’auto era stata talmente danneggiata da dover essere rottamata. "Il tutto al fine di creare costantemente una situazione di preoccupazione e panico per la persona offesa" spiegano dal comando provinciale dell'Arma dei carabinieri che hanno indagato sul caso sotto il coordinamento della procura di Monza. 

E per tutto quello che accadeva il 48enne cercava in ogni modo di far credere alla donna che fosse una conseguenza della sua imprudenza o negligenza. A tutto questo si aggiungevano le telefonate, i messaggi e le videochiamate che in alcune occasioni hanno raggiunto il numero di cento contatti al giorno.

In un’occasione in cui era stato inscenato un furto in casa, l’indagato si sarebbe rivolto verso la donna dicendole "chissà chi è entrato! ..."se sbagli la devi pagare!". A incastrare l'uomo, ora accusato di maltrattamenti, è stata una telecamera del sistema antifurto che, verso la metà del mese di marzo, è riuscita a immortalarlo mentre inscenava quello che sembrava essere l’ennesimo furto in casa. In quell’occasione il 48enne aveva fatto sparire il pc della vittima. 

Che cos'è il gaslighting

Colpire la vittima arrivando a distorcere la percezione della realtà che la donna ha e la sicurezza in se stessa fino a farla dubitare di ogni cosa. Il gaslighting è una delle forme di abuso psicologico più insidiose che, anche attraverso condotte violente, vessatorie e denigratorie e la realizzazione di accadimenti frustranti e, spesso inspiegabili, punta a creare un’insicurezza nella vittima che arriva a diffidare di tutto ciò che sente e ricorda e, al tempo stesso, arriva a essere totalmente dipendente dal suo carnefice.

ll termine deriva dall'opera teatrale del 1938 Gaslight (letteralmente Luci a gas) del drammaturgo britannico Patrick Hamilton che ha avuto poi nel 1944 adattamenti cinematografici anche in Italia dove il film è stato titolato Angoscia. La trama del film presenta la vicenda di un marito cerca di portare la moglie alla pazzia attraverso una forma di manipolazione psicologica, per esempio affievolendo le luci delle lampade a gas. 

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