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Cronaca Lissone / Via Roma

"Sparargli nella testa": minacciata di morte sui social Concetta Monguzzi, sindaco di Lissone

È successo su un gruppo Facebook della città, tra i commenti a una notizia sui migranti

È stata minacciata di morte su Facebook la prima cittadina di Lissone Concetta Monguzzi. "Sparargli nella testa", errore grammaticale compreso, è la minaccia che ha ricevuto in un commento e il sindaco non è rimasto a guardare ma è passata alle vie di fatto e nella giornata di mercoledì si è presentata in caserma dai carabinieri e ha presentato un esposto. 

Minacce di morte a Concetta Monguzzi, il fatto

Tutto è iniziato a fine gennaio quando la sindaca ha partecipato al convegno "Migranti, l’accoglienza ha funzionato", promosso a Monza dalla Rete Bonvena e finalizzato a discutere i dati dell’esperienza di accoglienza sul territorio brianzolo.

In seguito all'incontro il municipio ha reso pubblici numeri dell’accoglienza dei migranti a Lissone con un comunicato stampa in cui erano inserite anche le preoccupazioni per le conseguenze del decreto Salvini.

"La pubblicazione della notizia su una pagina social in cui si parla di Lissone ha scatenato un gran numero di commenti — ha chiosato la prima cittadina in post su Facebook —. Più d’uno ha interpretato queste affermazioni come se le mie preoccupazioni di Sindaco fossero rivolte solo a queste persone".

"In questi commenti — ha proseguito Monguzzi — ho ravvisato critiche al mio operato. Ci può stare il disaccordo verso un’azione amministrativa, se tutto ciò avviene in una logica di scambio di opinioni. Fra i commenti, però, è spuntato qualcosa che mi ha lasciato sgomenta. 'Sparargli nella testa, cosa dite?'".

"Una frase forte, carica di odio", l'ha definita la sindaca. "A parte l’errore grammaticale, non trovo spiegazioni dietro parole simili — ha proseguito —. Pensare di uccidere una persona o incitare gli altri a farlo, solo perché non la pensa come vorremmo, mi fa tornare alla mente periodi cupi della storia passata".

L'esposto ai carabinieri

"Come sindaco mi batto da sempre per la libertà di pensiero e di parola, accetto il confronto (anche su temi delicati come quelli dell’immigrazione) a patto che vi sia disponibilità ad ascoltare e rispettare le posizioni altrui — ha proseguito Monguzzi —. L’idea che qualcuno voglia spararmi in testa perché esprimo le mie opinioni mi ha spinto a recarmi presso la caserma dei Carabinieri di Lissone per presentare un esposto".

L'intimidazione è rimasta online per qualche ora, poi è scomparsa, ma non è la sola frase offensiva che è stata scritta su Facebook nei confronti della sindaca.

"La macchina del fango e dell’odio, per alcuni, si trincera dietro una tastiera — ha concluso la sindaca di Lissone —. Una cattiva abitudine che mi ha spinta a presentarmi dai carabinieri per tutelare il diritto di tutti, me compresa, ad esprimere il proprio pensiero senza timore che qualcuno possa pensare di 'sparargli nella testa'".

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