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Cronaca

Il monzese che manifesta davanti all'ospedale per chiedere la riapertura delle visite ai parenti

Succede davanti all'ospedale San Gerardo

In piedi, appoggiato al cancello, con accanto un semplice cartello con scritto "#ospedali aperti. La relazione è cura. Riaprite le visite ai parenti". Una protesta silenziosa e pacifica quella organizzata questa mattina, giovedì 20 gennaio,  da Mirko Damasco davanti all'ospedale San Gerardo. 

Damasco, presidente dell'associazione "Salvagente" dall'inizio della pandemia è impegnato in prima linea nella raccolta di firme per permettere la riapertura delle Rsa e degli ospedali alle visite dei parenti. In totale sicurezza, nel rispetto delle prescrizioni anticontagio. 

Dopo la chisura settimana scorsa di alcuni reparti del San Gerardo alle visite dei familiari, Damasco ha deciso di passare dalle parole ai fatti. Nella mattinata di oggi  (e anche nei prossimi giorni) il monzese stazionerà davanti al San Gerardo per dimostrare il proprio dissenso nei confronti della scelta dell'azienda di chiudere nuovamente alle visite dei familiari. Non sarà solo. Al suo fianco anche altri volontari dell'associazione "Salvagente". 

Mirko Damasco oltre un anno fa aveva lanciato sui social l'hashtag #ospedaliaperti, lo stesso che questa mattina ha riportato sul suo cartello. A gennaio di un anno fa aveva lanciato una raccolta firme on line per permettere ai malati di avere al loro fianco i parenti. Tantissime le storie, spesso strazianti, raccolte in questi mesi dal presidente di "Salvagente": storie di figli che non hanno potuto accompagnare alla morte i loro genitori ricoverati in ospedale, di donne che hanno partorito senza avere al fianco il padre del loro bambino, di anziani morti in solitudine nelle Rsa.

Poi la decisione di far sentire ancora di più la sua voce e la scelta di promuovere in estate lo sciopero della fame. Con la richiesta di un incontro (mai avvenuto) con il ministro della Salute Roberto Speranza. proprio per risolvere il problema

Adesso Damasco scende nuovamente in piazza facendosi portavoce delle richieste di tantissimi familiari (ma anche pazienti ricoverati) di poter far visita ai loro cari che stanno attraversando il dramma della malattia. 

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